Non è (ancora) tempo per un tecnico di prima fascia per la Fiorentina. L’appeal del club viola è calato, e va riportato in alto in maniera graduale. La scelta del nuovo allenatore sarà cruciale
Da una parte c’è il presente, con la salvezza ancora da conquistare, dall’altra c’è il futuro. La Fiorentina di Commisso continua a vivere di snodi più o meno decisivi. La gara col Bologna può permettere ai viola di tirarsi quasi definitivamente fuori dalle paludi della bassa classifica, la scelta del tecnico per la prossima stagione, invece, può contribuire a far fare alla Fiorentina quel salto di qualità che da due anni non riesce a fare.
PRIMA FASCIA E APPEAL. Spalletti, Sarri, Allegri ed altri tecnici di ‘prima fascia’, ad oggi, non sono profili arrivabili per la Fiorentina. Non tanto perché di ingaggio servirebbero dai 3-4 milioni di euro netti in su, quanto per un appeal, sia sugli allenatori stessi che sui calciatori da poter prendere sul mercato, che si è ridotto dopo i due anni passati nei bassifondi della Serie A. Tra la vicenda stadio e il covid, oltre alla questione fondi, gli introiti sono crollati per la Fiorentina. Ed è impensabile, oltre che illogico, immaginarsi una campagna acquisti faraonica. Al netto di cessioni e/o rinnovi. Nel corso del biennio italo-americano sono stati fatti dei tentativi per Blanc, Marcelino, Sarri (solo un contatto dopo l’esonero di Iachini), ma i nomi più vicini a sedersi sulla panchina della Fiorentina di questa stagione sono stati De Zerbi prima e Juric poi. Il neroverde, un anno fa, decise di rimanere al Sassuolo. Juric, invece, venne corteggiato e quasi bloccato da Pradè, prima che Commisso decidesse per la conferma di Iachini.
CRESCITA GRADUALE. L’obiettivo di quelle piste era chiaro: crescere in maniera graduale. Per quanto De Zerbi e Juric abbiano filosofie di calcio agli antipodi, entrambi rappresentavano il profilo ideale per aprire un percorso che permettesse ad una Fiorentina che aveva lottato per non retrocedere di passare nella fascia di coloro che avrebbero dovuto stare a ridosso della zona Europa.
Un anno dopo siamo alle solite. Il bivio è lo stesso, ma il valore specifico della Fiorentina è ulteriormente diminuito a livello di gerarchie italiane e di appeal internazionale. Il Gattuso di oggi, a differenza di quello di un anno fa, sarebbe stato già un profilo superiore a De Zerbi e Juric. I meriti del tecnico del Napoli iniziano ad essere evidenti ai più, in Italia e in Europa, sia nei risultati che sta ottenendo che nella qualità con cui li sta raggiungendo. Questa seconda parte di stagione che Gattuso sta vivendo con gli azzurri ha contribuito ad allontanarlo quasi definitivamente da un eventuale approdo alla Fiorentina.
QUALITA’. Da qui, e non è un caso, il ritorno di fiamma con De Zerbi, che è sempre con maggior forza accostato alla Fiorentina, nonostante il pressing dello Shakhtar Donetsk e differenti vedute sul parco giocatori a disposizione ed eventuali innesti da portarsi dietro dal Sassuolo. Il suo arrivo alla corte di Commisso potrebbe permettere al club viola di aprire un ciclo a lunga durata, scalare le gerarchie della Serie A nelle quali la Fiorentina è indietreggiata, e magari pensare di farlo attraverso un calcio di qualità. Cosa che, un po’ per credo calcistico, un po’ per esigenze di classifica, non è mai esistito con Iachini. Molto passa dalla qualità dei giocatori che si hanno a disposizione? Vero. Ma tra il ‘fare le barricate’, concetto calcistico che va avanti da un anno (anche per errori nella costruzione della rosa), con difese a cinque, anche contro avversari di bassa classifica, e avere idee propositive, facendo fare gioco a Chiriches, Toljan, Ferrari, con 177 gol segnati in 109 partite dai suoi, oltre che l’aver trasformato, da due anni, il Sassuolo nell’ottava forza della Serie A, ce ne passa. La scelta sarà cruciale. Sbagliare tecnico, ancora, sarebbe un ulteriore stop ad un percorso che necessita di fare decisi passi in avanti, piuttosto che di toppe per rimediare ad altri errori.
Di
Gianluca Bigiotti