La società bianconera ha già annunciato un accordo con i giocatori e il tecnico per il taglio dei salari. Gli altri club attendono.
La Juve ha servito l’assist, ora è il momento di vedere che cosa faranno le altre società. I 90 milioni di stipendi tagliati dai bianconeri spingeranno le rivali a fare la stessa mossa? Al momento sembra che il resto della Serie A preferisca stare su posizioni attendiste: non si sa ancora bene come andrà a finire la stagione, meglio non fare passi in avanti con giocatori e staff tecnici per poi essere costretti a un’eventuale retromarcia. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
VERTICE. Oggi, comunque, sarà una giornata importante. Alle 18.45 c’è il vertice Lega-Aic: i club presenteranno al sindacato dei calciatori le proposte per abbassare un bel po’ quota 1,2 miliardi (ovvero il monte stipendi totale della A depurato dal taglio bianconero)? Sul tavolo ci sono la sospensione immediata degli stipendi per il periodo di tempo non lavorato (con la busta paga di marzo da trattenere in gran parte, visto che l’attività si è fermata il 9, dopo l’ultimo match Sassuolo-Brescia 3-0) oppure la richiesta di uno «sconto» proporzionato all’entità dell’ingaggio di ogni giocatore. L’obiettivo sembra essere sempre quello di arrivare a un accordo nazionale, anche se non vincolerebbe i singoli giocatori («Possiamo dare una linea, ma sulle rinunce decidono i singoli», ha detto qualche giorno fa il presidente Damiano Tommasi). Però la mossa in autonomia della Juventus potrebbe aver cambiato lo scenario, con il resto della Serie A che aspetterebbe solo il momento buono per iniziare a muoversi con i giocatori.
LE ALTRE SOCIETA’. Inter e Roma sono le società che seguono i bianconeri nella classifica delle rose con gli stipendi più ricchi e potrebbero quindi avere più interesse al rinvio di una parte degli ingaggi nell’esercizio 2020/21 come deciso da Agnelli. Suning per la voce «emolumenti» sborsa 139 milioni, ma dal club filtra una linea netta: il club non ha intenzione di fare passi in avanti affrettati, anche perché non c’è la Borsa che pressa. Non ci sono state iniziative della squadra analoghe a quella di Chiellini & co. e la dirigenza vuole aspettare almeno Pasqua per capire dove può andare la Serie A. Tutto fermo anche in casa Roma: i giallorossi, quotati in Borsa come la Juve, devono ancora parlare con giocatori e agenti ma ovviamente puntano a tagliare i 134 milioni di ingaggi stagionali. Nella classifica degli stipendi più alti poi c’è il Napoli (115 milioni): Aurelio De Laurentiis, che spinge come Lotito per la ripresa, non ha tavoli aperti con la squadra legati all’emergenza coronavirus. Lo stipendio di marzo verrà congelato, ma in ballo tra presidente e giocatori ci sono un bel po’ di altri temi, come la questione multe post ammutinamento di inizio novembre (in ballo 2 milioni) e le possibili cause per i diritti di immagine.
VIOLA. Anche in casa Milan (102 milioni) niente trattative individuali, né oggi né (sembra) in futuro: è difficile che la dirigenza rossonera, per la quale al momento la priorità è la salute, scelga una strada alternativa alla contrattazione collettiva. Combattuta è invece la posizione del presidente della Lazio Claudio Lotito: sempre attento ai conti del club, crede fermamente che la Serie A possa ricominciare tra maggio e giugno. Dalla Fiorentina al Verona, dalla Spal a Sassuolo, Parma e Bologna. Tutti aspettano di capire che cosa succederà alla stagione in corso: per adesso, insomma, niente rincorse al modello Juventus.
Come aggiunge Il Corriere dello Sport, la Fiorentina attende che si confrontino e parlino le istituzioni. Il club viola ascolterà le indicazioni e ed è pronta ad accogliere soluzioni collettive e collegiali.

Di
Redazione LaViola.it