Editoriali

Niente festa di Natale, Fiorentina in riserva. Nessun dramma, ma serve la forza di rialzarsi

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Pradè parla di “bagno di umiltà”, Palladino dice “la squadra sa cosa voglio”. Ora una settimana ‘piena’ verso la Juve

La Fiesole traslocata in Ferrovia cantava “Viola alè” sulle note di Jingle Bells, ma al Franchi a far festa per davvero è solo l’Udinese. Natale amaro per la Fiorentina, dopo tre mesi sulla cresta dell’onda riscoprire il sapore della sconfitta in campionato fa male. Figuriamoci due ko di fila. Qualche certezza che viene meno, episodi non favorevoli, automatismi da ritrovare. La classifica resta più che buona, 31 punti in 16 partite è un’ottima media. Ma ora con Juventus e Napoli all’orizzonte serve la forza di rialzarsi per tornare a cullare sogni impronosticabili ad inizio stagione.

SPRECHI. Contro l’Udinese un film visto più volte nelle ultime settimane. Ovvero una Fiorentina a metà. Più che buona, ottima nel primo tempo. Con subito il rigore conquistato da Sottil (solo Marcenaro non lo vede in diretta, e non è l’unica topica del fischietto genovese), Kean che si sblocca dal dischetto dopo gli errori contro Milan ed Empoli. Altre occasioni, per Colpani e lo stesso Kean. Il peccato più grande? Al solito, non chiudere la partita. Non raddoppiare. E così ad inizio ripresa arriva il conto. Salatissimo. Approccio troppo blando, come a Bologna domenica scorsa. Ma come anche altre occasioni. La ‘frittata’ di Ranieri regala il pari a Lucca, Thauvin lasciato nell’uno contro uno con Gosens fa il bis. Ci sarebbe più di mezz’ora per riprenderla, ma la Fiorentina sembra avere poca lucidità e non troppe energie psico-fisiche, lasciandosi andare più di nervi che di ragione.

UMILTA’. Palladino non vuol sentir parlare di calo fisico, anche i giocatori respingono questa ipotesi dietro ai campanelli d’allarme che si sono accesi negli ultimi tempi. Di sicuro quanto accaduto a Bove ha influito, e ci mancherebbe, insieme soprattutto all’indubbia e pesantissima mancanza tecnica sul campo. Ma forse c’è anche dell’altro, tanto che il ds Pradè a fine partita ha poi parlato di “bagno di umiltà” da fare per rialzarsi. E recuperare delle certezze adesso venute meno. “La squadra sa cosa voglio, ho già parlato con i ragazzi”, ha puntualizzato Palladino. Insomma, più atteggiamenti che gambe, forse, dietro agli ultimi risultati.

REAGIRE. Niente drammi, comunque, perché la terza sconfitta del campionato intacca solo in minima parte l’ottimo percorso fin qui. Ma per chiudere il girone di andata con l’aria buona respirata fino ad un paio di settimane fa bisognerà reagire subito contro due avversarie che ad inizio campionato partivano con ben altri obiettivi, e che ora si ritrovano a breve distanza dai viola. Prima la Juve, poi il Napoli. Servirà la miglior Fiorentina per giocarsela. Sicuramente la settimana ‘piena’ di lavoro al Viola Park, seppur con il Natale di mezzo, potrà aiutare a preparare intanto la trasferta a Torino. Cataldi, Sottil, Adli, Gudmundsson, Kean, a tanti farà bene non avere l’impegno infrasettimanale. Nel mirino lo Stadium e la sfida (potenzialmente) da Champions con gli ex Vlahovic e Gonzalez.

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