Niente cambi in extremis nella rosa della Fiorentina. La coperta resta corta dietro e con qualche incognita (di troppo) davanti, che lascia spazio ad un pò di scetticismo
La Fiorentina rimane così. Niente innesto in difesa, anzi. Esce Nastasic, al suo posto sarà ‘riabilitato’ Luca Ranieri, dopo un’estate in cui, a dir la verità, Italiano non sembrava averlo tenuto granché in considerazione nonostante la buona annata trascorsa a Salerno. Niente Bajrami, resta Kouame, non parte Zurkowski e non entra Parisi.
TALE E QUALE. Igor e Milenkovic restano i due punti fermi del pacchetto arretrato della Fiorentina, con Quarta e Ranieri. Se il brasiliano e il serbo offrono garanzie, Quarta non sta progredendo, anzi. La speranza è che si ritrovi, ma non è scontato. La partenza di Nastasic non sposta granché a livello qualitativo e forse neppure numerico, visti i tanti problemi fisici che lo hanno visto, da quando è tornato a vestire la maglia viola, più in infermeria che in campo. Se non altro la Fiorentina si libera di un ingaggio da 1,6 milioni di euro netti. Nikolaou poteva essere un innesto interessante, ma non avrebbe spostato chissà cosa a livello di qualità. Grosso rebus sarà Ranieri, che in carriera ha giocato sia da centrale che da terzino, reduce da una stagione positiva con la Salernitana, ma fin qui non visto granché dal tecnico. Sulle corsie rimane tutto inalterato. A destra si attende la crescita fisica di Dodô che si alternerà con Venuti, con Benassi jolly per l’Europa, mentre a sinistra Biraghi lo farà con Terzic. Anche i portieri si alterneranno come accaduto fin qui.
Non cambia nulla neppure in mediana. Zurkowski resta a Firenze, ma dovrà lavorare molto per convincere Italiano. Duncan, Maleh, Barak e Bonaventura, in attesa di Castrovilli, saranno le mezz’ali. Amrabat e Mandragora i due registi o mediani che dir si voglia, con la possibilità di giocare all’occorrenza assieme. E poi c’è Bianco, che potrebbe ritagliarsi qualche occasione. In attacco idem come sopra, Kouame sarà il quinto esterno, assieme a Ikoné, Sottil, Nico Gonzalez e Saponara. I due centravanti saranno Jovic e Cabral. A livello numerico, dunque, la Fiorentina resta più o meno tale e quale.
DUBBI E PERPLESSITA’. Se la partenza del calciomercato era stata da applausi per tempismo (aver iniziato il ritiro coprendo tutte le falle emerse dagli addii), formule di trasferimento (Dodô, Mandragora e Jovic a titolo definitivo, anche se con una formula particolare nel caso dell’attaccante ex Madrid, Gollini in prestito), valore tecnico dei calciatori ingaggiati (Barak, preso in prestito con diritto di riscatto), unito alla conferma con rinnovo pluriennale di Milenkovic e Italiano, la coda di questa sessione estiva lascia più di qualche perplessità. Il campo, infatti, ha via via evidenziato limiti e carenze in alcuni casi già viste, alimentando il timore che siano destinate a rimanere tali (dalle difficoltà di Quarta a quelle di Ikoné, da Jovic e Cabral che non segnano e a volte neanche tirano fino ad un Mandragora in ombra ed un Saponara irriconoscibile), con lacune che ci si attendeva potessero essere colmate da volti nuovi piuttosto che con la conferma di Kouame e Zurkowski. Per carità, devono essere considerati mille alibi che questa Fiorentina può avere, come il giocare ogni tre giorni, cosa nuova per molti calciatori e per il tecnico stesso, acciacchi vari (Nico Gonzalez su tutti), l’impegno in Conference League che ha costretto il sacrificio della gara di Empoli oltre che a mettere nelle gambe 180’ in più degli altri e via discorrendo, ma, dopo settimane a parlare di obiettivo Champions (come fatto da diversi calciatori viola), viene da chiedersi se non sarebbe servito un centrale difensivo più affidabile di Nastasic, ma anche di Quarta, o un terzino di livello superiore a Venuti e Terzic, o un esterno offensivo o una punta. Erano indispensabili? No. Potevano rivelarsi utili? Sì.
SPERANZE. Il campo dirà chi aveva e avrà avuto ragione. La speranza è che la ciambella sia riuscita nuovamente col buco, ovvero che Italiano azzecchi le scelte (alcune a volte anomale) come spesso accaduto l’anno scorso, che col passare delle settimane la squadra e i singoli crescano, che molti elementi vadano oltre le aspettative come accaduto l’anno scorso e che tante incognite si tramutino in certezze. Un po’ di scetticismo c’è, non si può negare, ma c’era anche dodici mesi fa.
Di
Gianluca Bigiotti