Il centrocampista valdostano si è presentato ieri in conferenza stampa. Tanto calcio, ma non solo, in delle parole che hanno colpito
Hans Nicolussi Caviglia non è tipo da frasi precotte di circostanza, lo si era già capito. Un centrocampista pensante e controcorrente, amante di Guccini e Barbero. A colpire, nella conferenza stampa di ieri, più che i concetti espressi, è stato il magnetismo del personaggio e la proprietà di linguaggio. C’è il fascino di un personaggio che deraglia completamente rispetto allo stereotipo del calciatore. Ma c’è anche il calciatore, forte. Così scrive il Corriere dello Sport – Stadio.
STEP DI CRESCITA. Proclami e obiettivi, personali e di squadra: “Ho avuto tante squadre che si sono interessate – ha detto subito, confermando gli attestati di stima di Torino e Bologna – ma sono felice di essere qui. Firenze e la Fiorentina rappresentano uno step ulteriore di crescita per la mia carriera“. Nel capoluogo toscano Hans ritrova due vecchi amici, Moise Kean e Nicolò Fagioli. “Con Moise ho un rapporto fantastico. Ci conosciamo da quando avevamo otto anni e sono contento di ritrovarlo in campo. Con Nico ho giocato tante volte e ci troviamo perfettamente, è uno con una qualità incredibile“. Ma quale ruolo occuperà in campo? “Mi sento un regista. Per me significa essere sempre nel vivo del gioco. Sono abituato a pensare in verticale e con gli attaccanti che abbiamo sarà anche più facile. Ho giocato sia da vertice basso che nel centrocampo a due“.
DA TORINO A VENEZIA. Parole al miele per Venezia, dove ha giocato lo scorso anno: “La stagione scorsa è finita in maniera negativa ma sono cresciuto molto, anche come leader e nella comunicazione in campo. Sono legatissimo a Venezia e ai suoi tifosi. Lì ho parlato anche con Duncan di Firenze e della Fiorentina, mi ha dato consigli sulla città“. Un passo indietro poi, all’annata 2023-24, vissuta con la maglia della Juventus. Titolare nella finale di Coppa Italia, giocata e vinta da trascinatore agli ordini di Massimiliano Allegri. Poi la cessione in estate e le parole di Thiago Motta, che ha parlò di Nicolussi come dell’unico vero rimpianto tra i talenti partiti da Torino durante il suo mini-ciclo: “Da Allegri ho imparato tantissimo, poi ci sono state alcune situazioni di mercato ma ringrazio Thiago Motta per l’attestato di stima. Sono contento del percorso fatto anche perché a Venezia ho trovato Di Francesco che mi ha fatto crescere tanto“. L’allenatore che l’ha cambiato è però un altro: “In Davide Nicola ho trovato una persona di spessore, con lui mi sono trovato veramente bene“.
PASSIONI E ISPIRAZIONI. Hans parla da professore ma ammette di essere anche studente, ammaliato da alcuni suoi colleghi: “Ho la numero 14 anche perché era il numero di Cruijff, per me è stato sempre un idolo. Di lui custodisco due concetti, disciplina e creatività, due qualità diverse ma che possono coesistere“. E poi, da grande battitore di punizioni, ci sono altri esempi: “Ho avuto la fortuna di osservare da vicino Pjanic e mi ha sempre ispirato. Poi mi piace molto la tecnica di calcio di Ward-Prowse“. L’ispirazione la trova anche fuori dal rettangolo di gioco, in un altro tipo di prato: “Mi piace molto il golf e credo che abbia aspetti in comune al calcio, soprattutto quando devi trovare la concentrazione, pensare prima di agire e stare nel presente, concentrandoti solo su un gesto tecnico“. Non poteva mancare un riferimento alla letteratura: “Sto rileggendo l’Iliade, la trovo molto attuale“.
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Redazione LaViola.it