Editoriali

Nico torna in extremis, ma non si può rinunciare a lui. Comuzzo-Dalle Mura, sulle orme di Ranieri. Ma anche Quarta deve dare di più

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Dovrà dare garanzie fisiche, ma Gonzalez è l’uomo più in forma (e più forte) di questa Fiorentina. Mina salta il ciclo di ferro di settembre-ottobre: serve anche il miglior Chino

Con il rientro dei Nazionali Italiano ha finalmente il gruppo al completo per preparare l’Atalanta. Un paio di allenamenti, quelli di venerdì e sabato, per capire chi sarà al 100% per affrontare la Dea. L’allenatore è stato chiaro dopo la batosta di San Siro: gioca solo chi può dare il massimo. E allora test specifici soprattutto su chi è tornato per ultimo in squadra dal Sudamerica. E se per Mina il report parla di “lesione tra il primo ed il secondo grado della giunzione mio-tendinea del muscolo retto femorale della coscia sinistra” (tradotto: molto difficile vederlo in campo prima di metà ottobre), occhi puntati su Beltran e Gonzalez. Il primo torna con la grande soddisfazione di essere arrivato per la prima volta in Nazionale, a stretto contatto con Messi e compagni, ma con zero minuti e due tribune. Insomma, tanta gioia sì, ma magari Italiano se lo sarebbe tenuto volentieri a Firenze per accelerare il processo di inserimento.

INSOSTITUIBILE. E poi c’è Nico. Lui sì, che ha giocato: 150 minuti tra Ecuador e Bolivia, due prove importanti condite da un gol a La Paz. Tanti elogi da compagni di squadra e non solo, è in forma e si vede. Chiaramente palla che passa ora allo staff medico, ma la considerazione è scontata: adesso la Fiorentina non può fare a meno di Nico. Andrà in campo solo se sarà al 100%, è chiaro, però è l’uomo più brillante della rosa di Italiano. Oltre che, probabilmente, il più forte. Lo ha fatto vedere anche nelle prime 5 gare disputate, segnando 4 gol e partendo sempre dall’inizio (ha rifiatato solo nel finale a Genova, a risultato acquisito, e a San Siro, a punteggio invece compromesso). Italiano già in altre occasioni lo aveva tenuto inizialmente fuori al rientro dai viaggi dal Sudamerica, sia l’anno scorso che alla sua prima stagione in viola (pure in una gara proprio contro l’Atalanta, a Bergamo, che la Fiorentina vinse 2-1). Ma l’impressione è che ora Nico abbia raggiunto una condizione e una consapevolezza psico-fisica che lo rendono difficilmente sostituibile.

RISPOSTE. Anche perché gli altri esterni non danno garanzie. Da Ikoné di nuovo frenato dai problemi fisici ai vari Sottil, Brekalo e Kouame che per un motivo o per un altro non hanno convinto. Italiano chiede giocate e gol alle sue ali d’attacco, ma solo Nico riesce a garantire tutto questo. Mentre al centro del fronte offensivo ci sarà Nzola. È la sua partita, è la sua occasione. Per allontanare qualche mugugno dopo le prime uscite in maglia viola, condizionate, è evidente, da un ritardo di forma importante. Ma le due settimane di allenamenti gli stanno servendo per recuperare: nel suo caso, non essere andato con l’Angola è stato un grande vantaggio. Poteva sfruttarlo anche Beltran, ma così purtroppo non è stato. In mezzo hanno lavorato sodo anche Arthur e Bonaventura, pilastri che avevano bisogno di recuperare. In attesa di Maxime Lopez, squalificato contro l’Atalanta.

COPERTA CORTA… E I GIOVANI. La difesa, evidentemente, è il reparto più in difficoltà. Mina salterà diverse partite, considerando che dovrà anche ritrovare la condizione. Ecco, magari lo staff della sua Nazionale poteva gestirlo diversamente, visto che con i viola non aveva giocato neanche un minuto e contro il Cile è partito titolare dopo i 90 minuti (ben fatti) di pochi giorni prima contro il Venezuela. Tant’è, restano Milenkovic, Ranieri e Quarta per affrontare il primo vero tour de force stagionale, con 7 gare in 22 giorni tra campionato e Conference. Ci sono poi i giovani Comuzzo e Dalle Mura. Il primo, classe 2005, ha ben impressionato Italiano, che lo ha utilizzato spesso anche nelle amichevoli estive, con buoni risultati. Il secondo è alla fine rimasto invece dopo un’estate da partente: è un 2002, già anni fa si parlava di lui come sicuro prospetto per il calcio italiano. Le esperienze in prestito tra Reggina, Cremonese, Pordenone e Spal non sempre hanno dato i frutti sperati, anche perché spesso non ha avuto spazio o ha giocato in situazioni complicate. Ma qualcosa ha fatto intravedere. È ancora molto giovane, ha fatto diversi ritiri anche a Moena con la prima squadra viola. Chissà che uno tra lui e Comuzzo non possa ripercorrere le orme di Ranieri, un anno fa ultima riserva e oggi di fatto titolare per Italiano.

IL CONTO DEL MERCATO: ORA IL MIGLIOR QUARTA. E anche se l’allenatore ha dimostrato di poter gestire il triplo impegno settimanale anche con soli tre centrali (l’anno scorso Ranieri, che era inizialmente il 4°, giocò solo 2 partite su 25 fino a novembre), è evidente come la scelta di non prendere un altro difensore sul mercato abbia portato alla fine il conto. Mina a zero poteva essere un’occasione, ma il 7° infortunio muscolare degli ultimi tre anni conferma che si tratta di un giocatore fragile. In attesa di capire come si integrerà nel calcio di Italiano, lui che ha giocato anche ad alti livelli ma con concetti difensivi molto diversi. Da Sutalo a Theate, tanti i profili anche importanti cercati dalla Fiorentina. Poi però non si è risolto l’incastro con Quarta, rimasto a Firenze senza l’affondo del Betis. Ecco, al di là di ciò che poteva essere e non è stato, proprio il Chino ora deve salire di livello. L’anno scorso era uno dei capitani della squadra, è chiaro che la situazione estiva può un po’ averlo condizionato. Ma ora è chiamato a dare risposte diverse, a tornare un giocatore importante per questa squadra. Ha le caratteristiche per giocare nel calcio di Italiano, si è anche dimostrato un difensore affidabile quando è riuscito a rimanere concentrato per tutta la partita. Passato il mercato ora tornerà ad essere una pedina fondamentale per il tecnico. C’è bisogno anche di lui, del miglior Quarta, per gestire il triplo impegno (almeno) fino a gennaio.

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