L’argentino è reduce da un flop clamoroso nella finale di Conference League e il suo futuro potrebbe essere lontano da Firenze
Ad Atene, ha finito come aveva fatto a Praga. Testa bassa, sguardo lucido, a sedere sul prato davanti ai propri tifosi, prima di prendere la medaglia di secondo da Ceferin. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
Una medaglia che a Nicolas Gonzalez pesa forse più che agli altri: perché il calcio è fatto di ragionamenti infantili che in questo contesto alle volte risultano calzanti, e così può esser vero che se sei il numero dieci e anche il giocatore più pagato della rosa (nonché della storia del club) in alcune serate tu debba incidere quasi ‘per contratto’.
ECTOPLASMA
Nel trambusto che sta accadendo a Firenze, con la presa di posizione della Fiesole dopo il tonfo di mercoledì e il silenzio assordante di società e squadra, una cosa risulta certa: le attenuanti sono finite per tutti. Anche per quello che è sempre stato considerato il più forte. E così, se l’immagine di Nico Gonzalez con le lacrime agli occhi all’Eden Arena era stata ‘valorizzata’ da tifosi e ambiente come simbolo di un gruppo che aveva dato tutto, lo stesso fotogramma, scattato dodici mesi dopo, stavolta rappresenta per molti la fine di un progetto tecnico triennale.
La finale vissuta da ectoplasma all’Opap Arena, 106 minuti di comparsata in campo in cui il numero dieci è un’impronta flebile sulla gara, ha rappresentato il punto di rottura. A differenza anche di quanto successo l’anno scorso a Praga, con l’assist a Bonaventura per il momentaneo 1-1.
NON PIÙ INCEDIBILE
Dopo Atene arriva la resa dei conti per tutti, hanno sentenziato i tifosi. Sui social, Gonzalez è stato preso da molti come simbolo di cosa non è andato, dello scarso furore messo in campo con l’Olympiacos. E così il paradosso è che, al termine della sua miglior stagione realizzativa della carriera (15 reti, “mal distribuite” a dir la verità se si pensa che l’argentino era in doppia cifra già a novembre, prima dell’infortunio ai flessori), con una Copa America da giocare da protagonista a fianco di Messi e Lautaro, per alcuni è diventato lui il problema.
Il vento è cambiato anche intorno all’argentino e lo stesso Commisso, che fino a poco tempo fa aveva bollato tutte le richieste per il proprio dieci senza neanche mettersi al tavolo, quest’estate, in caso ancora una volta bussassero club di Premier con cifre simili a quelle rifiutate negli ultimi ventiquattro mesi (l’ultima del Brentford, 40 milioni ad agosto), il patron della Fiorentina si metterà quanto meno ad ascoltarle. E lo stesso Nico, in scadenza al 2028 ma ormai lontano dall’essere l’idolo della torcida viola, potrebbe decidere di far le valigie senza grossi drammi.
Di
Redazione LaViola.it