Niccolò Bigica, classe 2001 figlio del tecnico della Primavera viola, ha concluso la stagione in prestito dalla Fiorentina allo Scandicci. La sua prima annata con una Prima Squadra.
Prima stagione ‘con i grandi’ per Niccolò Bigica, figlio del tecnico della Primavera viola Emiliano Bigica, in prestito dalla Fiorentina allo Scandicci. Una scelta in ‘controtendenza’ rispetto ai coetanei: lui, classe 2001, poteva proseguire in una Primavera per completare il percorso nel settore giovanile, ma ha invece deciso di fare il ‘salto’ (sotto età) in una Prima Squadra. Un’annata in prestito dalla Fiorentina con buoni risultati: 21 presenze e 2 gol in Serie D con lo Scandicci, e salvezza conquistata ai Playout. Un’esperienza formativa in Blues, al primo anno in uno spogliatoio non composto da soli giovani (nonostante i tanti ragazzi Under 21 nella rosa di mister Davitti, con lo Scandicci al 3° posto in Italia per l’utilizzo di ‘quote’ giovani in Serie D).
“Inizialmente ero abbastanza titubante per questa scelta, non sapevo come approcciare questa annata, ma con il tempo ho avuto invece grandi certezze e grandi convinzioni anche per il prossimo anno”, commenta a LaViola.it Niccolò Bigica. “Ho giocato molto nella prima parte di stagione, avendo anche ottimi numeri. Poi forse mi sono un po’ perso, ma alla fine ho concluso con 21 presenze. Quindi direi che è stata un’annata molto positiva che mi ha fatto crescere”.
Com’è stato il ‘salto’ dal settore giovanile viola alla Prima Squadra dello Scandicci? “In un settore giovanile sei meno trattato come uno dei tanti, ti considerano di più forse. Qui ho trovato uno spogliatoio diverso, con ragazzi che avevano i propri obiettivi, calibrati da inizio stagione: presenze, gol, obiettivi. Sono migliorato tanto nell’approccio alla partita. Nel settore giovanile è vista ancora molto a livello scolastico”.
In cosa crede di dover migliorare? “Devo migliorare dal punto di vista fisico, sul passo, sulla qualità, sulla rapidità. Aspetti tecnici sui quali lavori in maniera più intensa e costante nel settore giovanile”.
Quest’anno ha giocato spesso mezz’ala: qual è il suo ruolo in campo? “Io mi vedo tanto da mezz’ala, ma tutti, e anche papà, mi dicono che dovrei fare il mediano. E che se imparo a farlo mi posso divertire”.
Com’è il rapporto con suo padre, Emiliano Bigica? “Avere un padre che è stato calciatore da un lato è difficile da gestire, perché comunque sei sempre in competizione, e vorresti arrivare a quello che ha fatto lui da giocatore. Il ruolo poi è più o meno lo stesso, infatti lui vorrebbe che io facessi il mediano, che era il suo ruolo. Il rapporto tra di noi è molto bello, parliamo sempre dopo le partite. È molto critico con me, ma lo fa per farmi migliorare. È sempre venuto a vedermi, anche nei momenti peggiori dello Scandicci. Mi ha sempre aiutato anche nei momenti difficili”.
Conclusa questa esperienza, cosa vede nel suo futuro? “E’ ancora presto, siamo ancora a maggio, possono accadere molte cose. Potrei confermarmi magari in Serie D, o tornare in Primavera. Le possibilità sono tante. E anche se è difficile, spero magari anche in un salto in Serie C. Vediamo”.
Tanti suoi ex compagni in Primavera, invece, si giocheranno le Final Six di campionato. Qualcuno ha anche già esordito in Prima Squadra viola. “I 2000 e i pochi fuori quota che ci sono finiranno il loro ciclo in Primavera, abbiamo iniziato insieme, ci siamo allenati e abbiamo fatto il ritiro insieme. Sicuramente i giocatori che sono già nel giro della Prima Squadra possono avere maggiore chance. Uno su tutti Dusan Vlahovic, secondo me un giocatore pronto a poter stare con i grandi. Gli altri di maggior qualità sono Montiel, che ha grande intelligenza calcistica, e Beloko con la sua forza fisica e con la grande completezza nel suo gioco. I portieri sono tutti importanti, Chiorra, Brancolini e Ghidotti. I gemelli Pierozzi sono tra i miei migliori amici fuori dal campo, sono ragazzi splendidi, molto professionali e duttilissimi. Sono entrati anche nel giro della Nazionale. Ferrarini ha una grande sicurezza di sé, grande corsa, non gli manca niente. Sta solo a lui mettersi in gioco sempre più per dimostrare le sue qualità”.
Di
Marco Pecorini