Dal Sassuolo alla Samp: cuore e grinta, e quella fascia alzata al cielo. Il capitano viola regala un punto e tanta autostima.
Sarebbe stata una beffa perdere questa partita. Perché la Fiorentina ha messo sotto la Samp, ha giocato meglio, creato, illuminato con le giocate di Muriel, e lottato fino alla fine nonostante un’ora giocata in inferiorità numerica. Ingenuità sì, errori pesanti pure, ma anche un cuore grande così per i ragazzi di Pioli. Valori umani trasmessi dal Capitano, Astori. E allora, nel nome di Davide, ecco il guizzo del capitano attuale, German Pezzella. Colui che ne ha preso l’eredità nello spogliatoio e nella guida della difesa e della squadra. Tocco di suola, palla in rete, fascia al cielo. Quella con sopra incisa la scritta DA13.
ULTIMI MINUTI. Al 93′, Pezzella fa esplodere il Franchi di gioia. Una liberazione, emozioni che si moltiplicano a vedere quella fascia di Davide sventolata al cielo. L’uomo degli ultimi minuti, German, al primo gol in campionato ma alla seconda giocata risolutiva in zona offensiva nell’ultimo mese e mezzo. Era metà dicembre, quando con una bella cavalcata guidò i viola al gol del 3-3 in pieno recupero a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Quella volta fu assist, stavolta gol. Ancora decisivo, e non solo per i due punti racimolati. Ma soprattutto per autostima e morale.
REAZIONE. Perché nei pareggi in extremis con Sassuolo e Samp ci sono tutta la grinta ed il cuore del capitano. Ma anche di tutto il gruppo, capace di crederci fino alla fine. In due momenti cruciali della stagione: contro i neroverdi la momentanea sconfitta stava aprendo già voragini di contestazioni, contro i doriani perdere avrebbe significato vedere allontanarsi la zona Europa (oltre che avere a sfavore lo scontro diretto con i blucerchiati). Due punti che a livello mentale valgono di più, insomma, e forse non è un caso che a guidare la carica emotiva sia stato proprio Pezzella. “Non molliamo mai”, ha sintetizzato in campo e fuori German. Lo spirito giusto, un cuore grande così. Proprio come avrebbe voluto Davide.

Di
Marco Pecorini