Editoriali

Nel mercato ‘drogato’ i princìpi di Corvino e le valutazioni che non combaciano bloccano gli arrivi. E tra 20 giorni inizia il campionato

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L’accezione di mercato drogato ormai è entrata nel lessico comune di chi mastica calcio. Al pari di plusvalenza e ammortamento, ormai, le cifre che girano per alcuni trasferimenti non fanno quasi più scalpore. Soprattutto per chi ha soldi da investire. Non è un caso se da quando i cinesi sono entrati nel mondo del pallone la valutazione di tantissimi calciatori è schizzata alle stelle. E fu lo stesso Pantaleo Corvino a parlare di mercato drogato quando un anno fa iniziavano a circolare le prime cifre folli da Oriente. Che poi nei mesi successivi avrebbero potuto portare nelle casse della Fiorentina quasi 40 milioni per Kalinic, e che ne porteranno di rimbalzo 24 per Vecino in settimana. D’altronde quando vengono messe a referto operazioni multimilionarie per giocatori come Gagliardini al primo anno di Serie A, competere per chi è rimasto ad un calcio dei primi anni 2000 non è certo facile.

Capita così che nel vendere Pantaleo Corvino e la Fiorentina si confermano assoluti maestri. Bernardeschi valeva forse 40 milioni? Kalinic ne vale 30? Soldi reali forse no. Anzi. Sicuramente no visto che anni addietro con quegli stessi 30 milioni complessivi il dg salentino era in grado di allestire squadre da quarto posto. Ma il calcio è cambiato. Il calciomercato è cambiato. E o ti pieghi alle sue logiche, oppure può capitare di trovarsi a 20 giorni dall’inizio del campionato con una squadra ancora da fare. Ed in gran parte perché a quelle logiche chi questa squadra la deve costruire dopo le grandi cessioni ancora non si è voluto piegare.

D’altronde spendere più di 20 milioni per Simeone, che ancora ha tutto da dimostrare, e altrettanti per Politano, giovane di belle speranze, è oggettivamente eccessivo. Tuttavia, il tempo passa, ed inizia a stringere. Dopo Moena Pioli si era detto fiducioso di avere già in Germania la rosa semi completa. Ed invece è arrivato solo Veretout. Il rischio di presentarsi alla prima giornata con grosse lacune quantitative e qualitative nell’organico inizia a farsi sempre più concreto. La possibilità, invece, di presentarsi a San Siro con giocatori che non abbiano la più pallida idea di quali siano le richieste tattiche di Pioli è ormai pressoché certezza.

A meno che Corvino non decida di cedere ai suoi princìpi. L’unico modo per dare un’accelerata agli acquisti è questo. Altrimenti il rischio di far perdere a Pioli speranze e fiducia ancor prima di partire con la stagione ufficiale inizierebbe a farsi concreto. E dopo quanto accaduto un anno fa a e/con Paulo Sousa di tutt’altro ha bisogno Firenze. Anche perché tutto è nato lì. L’arrivo del francese Eysseric è atteso non prima di giovedì in Germania. Ma non basterà di certo. Servono ancora un centrale esperto, un esterno di fascia difensivo, un paio di esterni offensivi di rango, un centrocampista forte, ed un attaccante nel caso in cui Kalinic poi se ne vada. Un braccio di ferro, quello col croato, che a proposito di princìpi ha portato avanti il dg viola. Se qualcuno lo vuole deve pagare la cifra che la Fiorentina ne fa del suo cartellino. Peccato che di questa situazione la Fiorentina stessa ci stia rimanendo prigioniera. Detto che nell’ottica di Pioli, e Corvino, se l’ex Dnipro restasse viola non dispiacerebbe affatto. Anzi.

Il rischio di dover sacrificare le prime giornate per amalgamare un gruppo nuovo è sempre più realtà. Corvino, se ci sei batti un colpo. Dopo aver venduto bene, adesso c’è da comprare bene. E non altri Gaspar. Operazioni in questo stile non ne servono.

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