Viola reduci dal ko in Coppa Italia con l’ennesimo gol preso in contropiede negli ultimi minuti di gara
La Fiorentina non ha mai cambiato strategia. Che sia all’inizio o nei minuti finali di una gara, è stata sempre orientata a sbilanciarsi alla ricerca del gol. Scrive la Repubblica.
Semmai alcune eccezioni avevano colpito: come lo zero a zero a Plzen in Conference, dove i viola avevano badato più a non incassare che a segnare. Ma non è nella natura di questa squadra. O meglio, di come si è trasformata nel corso delle stagioni con Italiano in panchina.
Nel bene e nel male in questo modo i viola sono riusciti a conquistare due finali lo scorso anno. Ma al netto di esperienza, mentalità acquisita, carattere e maturità della rosa, non molto è cambiato. Come se la crescita si fosse arrestata, come se alcuni errori non fossero mai stati corretti. Limiti, appunto. Anche nella qualità. Non è tutta responsabilità di Italiano. Tecnico bravo, ambizioso, scrupoloso.
Qualcosa non ha funzionato anche nell’allestimento della rosa. La qualità che fa la differenza, sempre. L’Atalanta è l’esempio più nitido tra programmazione, un giusto mix tra giovani provenienti dal vivaio e investimenti anche di un certo peso sul mercato. Italiano avrà i suoi limiti, sui quali sta lavorando e che in buona parte ha saputo smussare.
Ma a gennaio la questione offensiva non è stata sistemata (un solo gol per Belotti) e in generale il salto di qualità che probabilmente il tecnico si attendeva, non è arrivato e forse proprio questo aspetto ha inciso sulla sua scelta di lasciare a fine stagione.
Di
Redazione LaViola.it