Intervista al Console degli Stati Uniti d’America a Firenze. Tema centrale gli investimenti di Commisso
Sul Corriere Fiorentino di questa mattina troviamo un’intervista a Benjamin Wohlauer, Console degli Stati Uniti d’America a Firenze. Wohlauer ha anche un’esperienza decennale a fianco di investitori italiani e statunitensi.
Duecentouno anni fa il Consolato nacque con James Ombrosi che aiutava docenti e studiosi Usa a visitare i luoghi di arte e cultura della Toscana. Ora si può creare un altro ponte, questa volta con il calcio, tra i due Paesi?
“Di sicuro quello di Commisso è già stato e sarà un investimento importante. Il calcio da voi è strategico. In Toscana, a Firenze, ci sono tantissimi investitori americani grandi. Ma è ovvio Commisso diventerà il nome americano più conosciuto in Toscana, anche se qui restano 30 mila cittadini Usa. La comunità americana è grandissima. Come quella delle imprese, che danno lavoro ad almeno 12 mila persone. E tutti gli imprenditori Usa che hanno acquisito aziende italiane, ne hanno mantenuto brand e immagine: un po’ come ha fatto Commisso. Ed anche con la crisi, tutte le aziende Usa hanno deciso di restare“.
Ha incontrato Commisso?
“Certo. Commisso incarna una storia bellissima: un americano nato in Italia, un imprenditore che è riuscito ad avere successo negli Usa ma voleva tornare qui a caccia del sogno di avere una squadra di calcio. Ha mantenuto un legame con la propria patria: noi puntiamo su questo tipo di storia per rafforzare il legame tra i nostri Paesi“.
Ma quando ha incontrato Commisso, lei gli ha spiegato quanto è difficile la burocrazia italiana?
“Guardi, non ci ha chiesto aiuto o consulenze dirette,anche se noi ovviamente restiamo disponibili. Ma anche questa è una caratteristica Usa: gli imprenditori preferiscono portare avanti l’impresa senza cercare la politica“.
Ballano da soli…
“Eh sì: anche perché normalmente, negli Usa, governatori e sindaci cercano gli imprenditori per offrirgli le condizioni migliori per investire“.
Anche i Comuni?
“Sì: soprattutto quelli grandi. Hanno uffici ad hoc per attrarre investimenti. E sullo sport c’è una forte competizione. Si arriva a “scippare” squadre che scappano via nella notte per un’altra città, crudele per i tifosi. Alcuni sindaci mettono tasse per finanziare infrastrutture o agevolare l’arrivo di impianti o società sportive ma anche semplici aziende, come mi ha raccontato un imprenditore italiano: veniva chiamato un giorno sì ed uno dal governatore dello Stato: Allora, di cosa hai bisogno per insediarti qua?“.
È ottimista sul nuovo stadio proposto da Commisso?
“Da diplomatico dico: c’è sempre una possibilità. Noi siamo sempre pronti ad aiutare. Commisso fino ad ora è andato avanti da solo, da imprenditore Usa“.
Di
Redazione LaViola.it