Il pari contro il Parma ha rinforzato qualche campanello d’allarme verso l’Inter. Il doppio arrivo Eysseric-Benassi ha portato due titolari, ma impensabile che potessero integrarsi fin da subito al massimo nel nuovo scacchiere viola. E in ottica San Siro, Pioli è stato chiaro: la squadra è incompleta. Con il test di Viareggio che non ha dato proprio risposte sperate. Squadra incompleta per le tempistiche del mercato, e perché di fatto restano ancora casi aperti da risolvere. In entrata (soprattutto) ed anche in uscita.
Cinque giorni per inserire nei meccanismi i due nuovi arrivi, per lavorare ancora sulle nuove dinamiche di gioco. Anche a livello tattico. Considerato poi che a Milano mancherà anche Federico Chiesa, l’uomo migliore dei viola. Sulle fasce, invece, Pioli dovrebbe avere nei prossimi giorni una pedina in più: Gil Dias. Esterno portoghese, arriverà dal Monaco: giovane classe ’96, buone prospettive, una stagione molto positiva al Rio Ave in Portogallo. Un mancino che può giocare sulla destra ma anche a sinistra, e rientra nella duttilità dei trequartisti a disposizione di Pioli. Molto difficile, in ogni caso, che possa essere buttato subito dentro a Milano: si tratta di un buon prospetto, ma pur sempre una scommessa. Un giocatore che si dovrà integrare, un giovane che ha voglia di dimostrare ma che viene da un altro campionato e altre realtà.
Già, la voglia: quella che è stata determinante nell’arrivo di Gil Dias, al contrario delle operazioni Emre Mor e Jesé Rodriguez. Corvino si rifugia nel piano C per gli esterni: un profilo, il portoghese classe ’96, diverso sia dal turco che dallo spagnolo, sia a livello fisico che come caratteristiche tecniche. Ed anche come ‘blasone’: i tifosi non hanno fatto proprio i salti di gioia al sentore di un altro nome sconosciuto. Longilineo e forte in progressione, Gil Dias, non scattista come Emre Mor nel breve né in allungo come Jesé. Insomma, caratteristiche diverse, anche se poi il tutto dovrà essere dimostrato sul campo. Per evitare di essere un ‘nuovo Toledo’ (come ironicamente hanno fatto notare diversi tifosi, anche se questo caso pare piuttosto diverso) o in generale l’ennesima meteora.
È senz’altro, Gil Dias, un giocatore sul quale Pioli potrà lavorare. Un giovane da far crescere, del resto ha appena 21 anni ed ha voglia di dimostrare. Bene così, si va ad aggiungere ai tanti ragazzi pieni di motivazioni. Come Benassi, Eysseric, Veretout, Hugo, Milenkovic e in generale tutti i nuovi arrivi ma anche molti dei rimasti. Voglia di stupire che è un po’ mancata negli ultimi tempi. Quella determinazione che ha sempre caratterizzato, dal suo approdo in prima squadra, Federico Chiesa. Di fatto, l’unico ‘intoccabile’ per la Fiorentina. È bastata una dichiarazione fugace di De Laurentiis, poi smentita, per far scattare l’ennesimo comunicato secco di smentita dalla società: “Chiesa non si tratta, resta qui”. Parole dure usate solo per difendere il gioiellino di casa viola. Avvenne già un mese fa, nel cuore di luglio, con sempre il Napoli sullo sfondo (tra l’altro). Quel che è certo, è che di rinnovo si parla e si dovrà parlare a breve, per adeguare anche economicamente il contratto di un giocatore che sarà presto richiestissimo sul mercato. Già se il Napoli dovesse passare il playoff di Champions (al di là di dichiarazioni e smentite), potrebbe arrivare una proposta concreta non da poco da parte degli azzurri.
La voglia, in ogni caso, è quella di blindare ancora Chiesa. “Almeno lui”, ironizzano in molti. Perché è un giovanissimo, classe ’97, che a Firenze può e deve ancora crescere molto. Che può e deve dare ancora molto alla Fiorentina, alla squadra che ha sempre dimostrato (e non solo detto) di amare. Poi arriveranno (forse) le offerte irrinunciabili, magari sarà ‘tradito’ anche lui dalle logiche del calcio moderno, che non concede spazio a bandiere per molti motivi. Ma non è questo il momento: lo sa anche il ragazzo, così come la sua famiglia, preziosa consigliera. E allora spazio ad una Fiorentina che sarà ancora con Federico Chiesa, valore aggiunto ma non per questo da caricare con pressioni eccessive.
Davanti, intanto, è tutto apparecchiato per un giro di attaccanti che pare scritto da tempo, anche perché accontenta tutti gli invitati a tavola: Simeone a Firenze per 15 milioni più bonus (circa 3), Kalinic al Milan per 25 più parte variabile. Si risolve un caso estivo (forse l’ultimo?) per i viola, arriva un giocatore che fa della garra la propria indole. Uno di quei giocatori che possono far innamorare Firenze, per di più ricordiamo che è un classe ’95: anche lui giovanissimo. Kalinic, certamente, allo stato attuale è di un altro livello, ed un altro tipo di attaccante: ma inutile tenere un giocatore che con la testa era già rossonero da tempo.
Ben vengano le motivazioni, ben vengano la voglia di crescere e di stupire. Dopodiché mancheranno un terzino (possibilmente meglio di Maxi Olivera ed in grado di fare il titolare) ed un quarto centrale difensivo, eventualmente anche un centrocampista qualora dovesse partire Badelj. In quindici giorni di mercato ancora molto può succedere, mentre verso San Siro – al di là di tutto – permangono i problemi per Pioli. Che ora vede arrivare pian piano giocatori ma con discreto ritardo.
Di
Marco Pecorini