Tanti singoli hanno il fuoco dentro, quel senso di rivincita che li spinge ad andare oltre. E il più incompreso di tutti è forse proprio Pradè
Una squadra che gioca col fuoco dentro, come se imprigionata nell’anima avesse la rabbia per ingiustizie subite e volesse risarcirle giocando con un furore agonistico oltre le righe. Sì, dovessimo dare un titolo a questa Fiorentina vincente versione autunno 2024, le daremmo: «La rivincita degli incompresi», scrive La Nazione.
ROMANI. Gli incompresi. Come Bove, romano e romanista. Lui la Roma non l’avrebbe mai lasciata ma la dirigenza e lo stesso allenatore De Rossi prima lo relegano in panchina quindi lo lasciano partire. Il post del suo procuratore di domenica sera (la foto di Bove in viola e la scritta «adrena-Lina») la dice lunga sul sentimento che cova nel cuore di Edoardo. Incompresi come Cataldi, romano dell’altra sponda, quella biancoceleste: posto e fascia di capitano persi, l’addio alla Lazio e l’approdo a Firenze nell’ultimo giorno di mercato sembrano quasi una diaspora obbligata.
DALLE BIG. Incompresi come Adli, senza posto nel Milan vitaminico di Fonseca . Lui fa le valigie e inizia a danzare in campo sulle sponde dell’Arno, segnando un gol musicale proprio col Milan. E di incomprensioni passate ha parlato lo stesso centravanti Moise Kean, che a Firenze ha trovato una felicità mai provata nel mondo juventino: «Qui mi vogliono bene, prima mi sentivo sottovalutato». Un manifesto firmato anche da Robin Gosens, che all’Inter era stato considerato «un pacco» da rispedire via.
L’APPLAUSO A PRADE’. In fondo molta incomprensione c’è anche nella vicenda di David De Gea, portiere fra i top del mondo che per un anno è rimasto a guardare visto che nessuno credeva più in lui. E anche le storie di Ranieri, riserva nella Salernitana, e di Comuzzo, che pochi pensavano titolare di livello, hanno tracce di incompreso alle spalle. Ecco, è probabilmente la loro voglia di riscatto a fornire oggi alla Fiorentina quella carica emotiva in più che la sta trascinando in alto. Per questo forse l’applauso più grande va fatto a colui che ha saputo intravedere e portare a Firenze queste potenzialità fra lo scetticismo di tanti, Daniele Pradè, che al suo primo mercato con pieni poteri ha messo in mostra competenza e visione, facendo venire il dubbio se fin qui il più incompreso di tutti non sia stato proprio lui.
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Redazione LaViola.it