Tattica e organizzazione al servizio del talento e della fantasia. Italiano non è un integralista che limita le giocate, ma le esalta
Quella piccola gara capolavoro vinta a Napoli è figlia del calcio avvolgente e frenetico di Italiano, che non guarda mai verso il basso del pareggio ma sembra ogni volta puntare l’infinito della vittoria, qualunque sia la squadra avversaria. Potrebbe sembrare presunzione, per ora è magia. Così scrive Stefano Cecchi su La Nazione.
TATTICA E TALENTO. Quando vedi giocare la Fiorentina hai infatti come l’impressione che tutto sia stato programmato. Che ogni passaggio, ogni ripartenza sia stata provata e riprovata in allenamento. Quei colpi di Gonzalez, di Ikone e di Cabral, fatti di fantasia e intuizione del momento, ci raccontano come Italiano a differenza di altri integralisti, non voglia sacrificare il talento sull’altare dell’ortodossia tattica ma, al contrario, lo esalti. Per questa filosofia qualcuno lo ha paragonato a Jurgen Klopp e in effetti non sembra un’eresia.
COME KLOPP. Italiano non è un Sacchi, per il quale Baggio e Zola non avevano ruolo; non è un Gasperini, con quell’idea atletista della marcatura a uomo tuttocampo e non è neppure un visionario cattedratico come Guardiola, con le sue teorie sulfuree sullo spazio che funge da centravanti. No, come Klopp, Italiano ha forgiato una Fiorentina piccolo Liverpool capace di ribaltare pronostici e favori grazie a un mix fatto di didattica & genio, applicazione & fantasia. Sembra quasi un sogno, ma far sognare è da sempre un merito degli allenatori bravi.
Di
Redazione LaViola.it