Il tecnico subito diffidente, gli sguardi alla prima visita a Firenze e i rapporti con Mendes. Ma la Fiorentina doveva saperlo in anticipo: bastava non sceglierlo
A volte basta la mimica del volto per capire. Rivedersi le foto dell’arrivo di Gattuso spiega molte cose. Rapporto diffidente quello di Ringhio, che a un’amica aveva confidato: «Se non mi fanno la squadra, a Ferragosto saluto». Ha anticipato la mossa, dovrebbe firmare per il Tottenham. Rino duro e puro ma fino a un certo punto. Così scrive La Nazione.
ALLENATORI. Da un lato Gattuso, voluto da Commisso, accolto con parole al miele («si è fatto da solo come me, lo difenderò a spada tratta»), dall’altra la costante di rapporti conflittuali fra la Fiorentina (anche nella precedente gestione) e gli allenatori che mostrano quel grammo di personalità in più. Pioli defenestrato, Prandelli andato via con una lettera che la dice lunga sul suo disagio. Poi Iachini, per non parlare di Montella, confermato perché aveva già un contratto ma mai accolto da tutti dentro la società.
COMMISSIONI. E poi Gattuso, come se non fosse assodato il suo rapporto con Mendes, che gli ha subito trovato una soluzione alternativa. Lo stesso Mendes è molto affezionato alle commissioni (plurime?) che i suoi assistiti portano come benefici collaterali, e ha rapporti privilegiati col Porto, da cui i viola avrebbero dovuto comprare in fretta e furia Sergio Oliveira, pagandolo un’enormità. Nulla di cui stupirsi, ma la Fiorentina ne ha fatto una questione di principio: compro da chi voglio io e alle cifre che ritengo giuste. Ineccepibile, ma in ritardo: bastava scartare Gattuso.
Di
Redazione LaViola.it