Il ct dell’Italia è soddisfatto della vittoria di ieri, ma l’ombra del mancato Mondiale rimane
Senza voce, come non gli capitava da tempo: «Perché gli ultimi 20′ ho gridato tanto. Avevamo smesso di giocare…». Come scrive il Corriere dello Sport, Roberto Mancini appare misurato davanti a questo primo concreto risultato del suo nuovo ciclo post mancato mondiale: «Siamo soddisfatti. E a giugno lo saremo anche di più» ha spiegato il ct riferendosi alla Final Four di Nations League di nuovo centrata, dopo quella chiusa al terzo posto, a Torino, contro il Belgio, l’ottobre di un anno fa.
Senza una squadra di giocatori importanti il commissario tecnico in questo settembre di rinascita ha ottenuto anche altri risultati: l’emergere di nuovi elementi chiave, Dimarco su tutti («È stato bravissimo, ha attaccato, ha difeso. Lui ha un piede educato»), la maturazione di un uomo gol come Raspadori, il ritrovato estro di un regista come Jorginho, soprattutto un nuovo modulo, il 3-5-2, promosso a schema valido quanto l’amato 4-3-3 del primo ciclo. Da qui le sue valutazioni complessive, prima di rientrare in Italia col charter che ha lasciato Budapest nella notte: «Direi che questo grossomodo è il nuovo gruppo, al quale aggiungere magari qualche altro elemento. Intanto possiamo essere contenti di poter contare su un giocatore come Jorginho. Ha giocato due ottime partite, con qualità e dando geometrie alla squadra. Se sta bene è un bel vantaggio per noi».
«Per settanta minuti – prosegue Mancini – abbiamo fatto molto bene, avremmo dovuto fare anche il terzo gol. Il fatto è che davanti abbiamo due bambini, Gnonto e Raspadori. Ecco se loro continuano a crescere, tra due anni possono diventare devastanti». L’ultima valutazione sull’evoluzione tattica azzurra: «Adesso sappiamo di poter fare entrambi i sistemi. In fondo il centrocampo a tre non cambia. Non ne ho uno preferito. L’importante è vincere. E a me piace farlo sia in un modo che nell’altro». Ma resta un’ombra: «Abbiamo rimesso in piedi un gruppo. Ma il resto rimane e non c’è niente da fare. Dobbiamo scavallare il mese di dicembre e basta»
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Redazione LaViola.it