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Nazionale, i dubbi di Gattuso: due moduli in ballo. Kean favorito su Retegui

Il nuovo commissario tecnico vaglia più soluzioni in vista della partita contro l’Estonia, valida per le qualificazioni ai prossimi mondiali

Un 10, una seconda punta o un mediano? Questo il ballottaggio nella testa di Gennaro Gattuso per l’ultima maglia a disposizione nell’undici che scenderà in campo contro l’Estonia. Il dubbio in teoria non dovrebbe neanche esistere: l’avversaria è 126esima nel ranking Fifa, appena quattro successi (e diciannove ko) nelle ventotto partite dopo il Mondiale in Qatar. L’Italia dovrebbe poter non pensare a concetti quali copertura, equilibrio e sostenibilità: a Gattuso servono tre punti e più gol possibili. Però il test con l’Estonia è utile anche per capire meglio il futuro tattico azzurro. Un futuro oggi a un bivio: sarà 4-3-3, con tre centrocampisti, oppure 4-2-3-1, rinunciando a Locatelli per aggiungere un uomo più offensivo alle spalle di Kean? Con il pensiero rivolto anche ad avversarie di ben altro valore. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

I DUBBI DEL CT. Il tecnico calabrese deciderà all’ultimo. Vuole valutare e leggere ogni piega dell’allenamento prima di scegliere. Ieri lavoro al riparo da occhi indiscreti, diversi interpreti alternati in quasi tutti i ruoli e due sistemi tattici provati. Sarà così anche. L’Estonia si difende, ma osa. Ha sempre giocato le ultime partite con una difesa a quattro, infoltendo la mediana con cinque uomini e lasciando una sola punta davanti. Il 4-2-3-1 azzurro potrebbe obbligare gli estoni ad abbassarsi. Un 10 o un’altra punta al fianco di Kean complicherebbero la vita in impostazione al collega Henn. Gattuso ha spiegato come la nazionale baltica non rinunci alla manovra dal basso, pur con mezzi tecnici non di primo livello. E gli eventuali errori in impostazione scatenerebbero le verticalizzazioni azzurre. Il 4-3-3 potrebbe invece lanciare l’aggressione con due mezzali d’inserimento (Tonali e Barella), mantenendo Locatelli dietro.

4-2-3-1. In panchina finirebbe Locatelli. La cerniera di metà campo sarebbe composta da Barella e Tonali. Fisica e tecnica allo stesso tempo, con Politano e Zaccagni sugli esterni, pronti ad allinearsi in fase di non possesso. In attacco Kean è favorito su Retegui. Maldini, Raspadori e addirittura lo stesso Retegui si giocano l’ultima maglia disponibile: se fosse l’italo-argentino a prevalere, ipotesi estrema, Kean arretrerebbe sulla trequarti, lasciando al compagno il presidio dell’area. Sarebbe la soluzione più intrigante e offensiva: Gattuso non l’ha mai scartata perché Kean ha i mezzi per allargarsi e muoversi a tutto campo, anche scambiando la posizione con Zaccagni.

4-3-3. Soluzione più classica, ma non per questo meno imprevedibile. Mediana con Locatelli al centro e Barella e Tonali ai suoi lati. Kean centravanti. Due ali ai suoi fianchi: Zaccagni a sinistra, Politano o magari Orsolini, più offensivo, a destra. L’idea è presentarsi in attacco con cinque uomini: un esterno e un mediano in aggiunta ai tre attaccanti. L’Italia di Mancini lo faceva a memoria, avanzando Spinazzola e accentrando Insigne, quella di Spalletti non ha mai raggiunto la stessa sincronia offensiva.

DIFESA E IMPOSTAZIONE. Non vanno sottovalutate le scelte in difesa nell’impostazione della manovra. A destra sembra sicuro di un posto Di Lorenzo, pronto ad accentrarsi da terzo stopper quando, in fase di possesso, l’esterno di sinistra si sgancia in avanti. A sinistra, Dimarco era la soluzione originale, ma Cambiaso si sta battendo per una maglia nell’undici titolare: l’interista darebbe più profondità e cross, lo juventino più manovra e palleggio. Ma la mossa più interessante è in mezzo: Gattuso non vuole rinunciare a Calafiori, che, entrando in mediana palla al piede, o lanciandosi in attacco, crea sempre superiorità a sorpresa. La coppia di centrali potrebbe dunque essere formata dal difensore dell’Arsenal e da Bastoni: due “sinistri”. Il ‘Gunner‘ agirebbe a destra: forse la soluzione migliore, perché i piedi sono migliori di quelli dell’interista, che soffriva quando con Spalletti si accentrava. Calafiori avanzerebbe così in impostazione, così come faceva un tempo Bonucci.

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