Il Sindaco di Firenze continua a tessere la sua tela di diplomazia tra le parti per trovare una soluzione sul Franchi che soddisfi tutti
Una telefonata con il dg viola Joe Barone e un’altra con il ministro dello sport Andrea Abodi. Dario Nardella continua a tessere la sua tela diplomatica convinto che, piano piano, i pezzi del puzzle Franchi andranno tutti al loro posto. Scrive il Corriere Fiorentino.
Mentre il sindaco continua a spingere per il Padovani come soluzione-ponte per ospitare la Fiorentina durante i due anni di lavori allo stadio, i viola però storcono il naso e insistono per restare al Franchi. Anche a costo di giocare in un impianto mezzo chiuso e con una capienza drasticamente ridotta. Il motivo è (almeno) duplice: ridurre il più possibile l’impatto economico del trasloco e tenere i propri tifosi più vicini alla squadra, senza costringerli a continue trasferte per mesi. Le partite in Europa si giocherebbero comunque altrove, quasi certamente a Reggio Emilia.
Palazzo Vecchio da questo punto di vista è sempre stato chiaro: il Piano Nazionale Complementare da cui sono arrivati i soldi per il restauro, ha gli stessi tempi del Pnrr e impone la fine dei cantieri entro il 2026. Tempi che non sarebbero rispettati dovendo far convivere le ruspe col campionato di serie A. Ecco allora che il lavoro del ministro Abodi potrebbe diventare la chiave (politica) di tutto.
Un’ipotesi sarebbe di rinviare la fine lavori al 2027, ma una deroga del genere potrebbe essere concessa solo dal governo. Che da parte sua ha tutto l’interesse di trovare un compromesso in chiave calcistica che metta d’accordo Comune e club e consenta alla Federcalcio di avere un altro impianto all’altezza dove ospitare Euro2032, l’Europeo di calcio che l’Italia organizzerà insieme alla Turchia. In ballo per altro restano i famosi 55 milioni definanziati dai Piani Urbani Integrati del Pnrr per cui il Comune ha fatto ricorso (respinto) al Tar e appello al Consiglio di Stato.
E se quei soldi li mettesse Commisso? È l’auspicio dello stesso Abodi che anche attraverso il Corriere Fiorentino parlò di un «investimento pubblico-privato» come «modello da seguire» per Firenze e per il resto d’Italia. Dalle chiusure totali («Il tema stadio per la Fiorentina è chiuso», scrisse Commisso nel gennaio 2021), le porte viola si sono riaperte («Il Franchi è un progetto serio») proprio grazie alle continue interlocuzioni con il governo.
Da qui a dire che saranno i viola a pagare ce ne passa. Anche perché prima di fare qualsiasi scelta la Fiorentina vuol conoscere il prezzo del nuovo affitto del Franchi e, soprattutto, dove giocherà dal prossimo anno.

Di
Redazione LaViola.it