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«Lo stadio a Campi Bisenzio? Non sono disponibile alla strategia del carciofo. O si fa davvero un ragionamento di area vasta e si ridiscute anche di aeroporto e inceneritore oppure se il giochino è “mi prendo quello che voglio e vi lascio quello che non voglio”, io non ci sto e da sindaco metropolitano e sindaco di Firenze mi batterò contro con tutte le forze che ho» tuona Dario Nardella intorno alle 12,30. Nemmeno il tempo di mangiare un boccone e arriva la risposta: «Dichiarazioni sorprendenti da parte di chi guida la Città metropolitana. Nessuno di noi lavora contro lo stadio a Firenze, non è una competizione tra sindaci. Vuole ridiscutere tutto? Noi ci stiamo. Purchè sparisca la logica dei figli e dei figliastri. Noi non siamo quelli del no ma nemmeno una discarica. Chiediamo rispetto e dignità, non siamo al servizio di nessuno» ribatte a muso duro il sindaco Emiliano Fossi, anche lui Pd. Così scrive La Repubblica.
ANCHE SESTO. Basterebbe questo ma dopo il caffè comincia un pomeriggio di tensione mai visto, fatto di accuse e contro accuse, piani di guerra e strategie di ritorsione. All’ora del tè scende in campo pure il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana, pure lui per sbeffeggiare Nardella: «Capisco le ragioni di Fossi, mi stupisce che la collocazione dello stadio fuori dai confini fiorentini sia ancora un tabù. La logica del “o tutto o niente” prospettata da Nardella denota poca lungimiranza ed è fuori luogo in bocca al sindaco metropolitano. È inconcepibile che si pensi alla Piana solo per collocare infrastrutture e funzioni sgradite al capoluogo». La guerra sullo stadio è diventata rottura istituzionale e frattura politica. La storica trincea tra Firenze e la Piana è riaperta. E al netto di quel che Commisso deciderà sullo stadio lo scenario si fa davvero thriller.
TENSIONE. È da un paio di settimane che la tensione saliva. Ora che è ormai chiaro che l’offerta di Campi di realizzare il nuovo impianto della Fiorentina nei terreni privati accanto all’Asmana sta davvero intrigando Commisso, siamo all’acme. Terrorizzato dalla prospettiva di uno smacco e indispettito dall’attivismo di Fossi, Nardella continua a rilanciare la Mercafir: «Siamo pronti, la variante c’è già, è la chance più veloce che ci sia» insiste il sindaco.
FIORENTINA. Ma pare che Commisso non la pensi proprio così: mai affascinato dalla Mercafir, il patron viola è sempre stato più attratto dal restyling del Franchi e pare che non capisca come mai Nardella abbia subito ceduto al niet della Soprintendenza. Sia come sia, mister Rocco ora chiede tempi certi e niente più balletti. «Idiozie che non abbiamo più un buon rapporto. Ci siamo sentiti anche due giorni fa e ci vedremo presto», taglia corto Nardella smentendo tensioni con la proprietà viola. Lo scontro è altrove.
SCONTRO. «Non faccio un ragionamento campanilistico. Ma per discutere di stadio si deve ridiscute di tutto: termovalorizzatore e la pista dell’aeroporto. Non si può ragionare un pezzo alla volta» manda a dire Nardella a Campi. «Vuole discutere? Bene, noi ci siamo. Quanto alla Fiorentina, non può vivere nell’incertezza: Nardella rifugga dal tifo e dal provincialismo e lasci decidere la Fiorentina» dice Fossi.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
														 
														 
														
Di
Redazione LaViola.it