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Nardella ‘cade dal pero’, ma la decisione di Commisso era ampiamente annunciata

Nardella e Commisso

Il sindaco di Firenze, curiosamente, si è detto sorpreso dalla rinuncia di Commisso a partecipare al bando sui terreni Mercafir. Altrettanto curiosa è la frecciatina sul mancato investimento…

Il comunicato firmato Rocco Commisso sulla decisione della Fiorentina di non partecipare al bando sui terreni Mercafir ha forse posto la pietra tombale sull’ipotesi nuovo stadio a Novoli. Secondo il presidente gigliato, infatti, non è stata soddisfatta nessuna delle tre condizioni volute dalla Fiorentina: costi ragionevoli, tempi rapidi e totale controllo.

DECISIONE INASPETTATA? Una decisione presa a malincuore dal numero uno viola, decisione che il sindaco di Firenze Nardella nella sua lettera di risposta al magnate americano ha definito “inaspettata“. Ma non è così. E non c’entrano nulla le numerose indiscrezioni giornalistiche susseguitesi in questi mesi che raccontavano di un Commisso sempre più perplesso dai costi e dalla reale fattibilità dello stadio nell’area Mercafir. Il presidente gigliato, infatti, già in due occasioni aveva pubblicamente anticipato la possibilità di non partecipare al bando, elencando le criticità del suddetto e rivolgendosi ai sindaci della città metropolitana per cercare un’alternativa.

IL PRIMO ‘INDIZIO’. La prima anticipazione è arrivata in un comunicato apparso l’11 febbraio sul sito ufficiale gigliato, a pochi giorni dalla pubblicazione del bando. Un documento nel quale la Fiorentina dichiarava: Nutriamo molte preoccupazioni relativamente a vari aspetti regolati nei documenti di gara. Oltre al prezzo dell’area di 22 milioni, che sin dall’inizio abbiamo dichiarato essere troppo alto a nostro avviso, vi è un’altra serie di costi diretti a carico della Fiorentina che rendono il prezzo complessivo davvero proibitivo. A ciò si aggiunga che dalle condizioni di gara derivano altri rischi potenzialmente illimitati. In cima alle nostre preoccupazioni, c’è il fatto che non vi sono garanzie che il terreno sarà ceduto libero e non inquinato in tempi brevi. […] Stiamo prendendo atto di un ritardo di 8 mesi nella programmazione già in questa fase mentre rileviamo l’assenza di misure volte a prevenire ulteriori ritardi in futuro, nonostante le buone intenzioni dell’Amministrazione. Il nostro desiderio rimane quello di collaborare attivamente con il Sindaco e con il Comune di Firenze per dare alla Fiorentina e ai suoi tifosi uno stadio nuovo, bello e confortevole. Tuttavia, mentre valutiamo se partecipare alla gara, sentiamo il dovere di dire, con umiltà ma con chiarezza, che qualora il processo in corso non si svolgesse secondo tempi certi e con costi ragionevoli, la nostra volontà di portare avanti il progetto Mercafir svanirebbe velocemente”.

IL SECONDO ‘INDIZIO’. Dopo un comunicato del genere, il 15 febbraio la società gigliata aveva già rivolto l’attenzione verso soluzioni alternative a quella della Mercafir, indirizzando il messaggio ai sindaci di tutta l’area metropolitana: “La Fiorentina ringrazia tutte le realtà di Firenze e i Sindaci della Città Metropolitana che hanno già manifestato il loro interesse per individuare delle soluzioni fattibili per realizzare nei tempi brevi e con i costi giusti il nuovo Stadio della Fiorentina e dei suoi tifosi. [..] Entro fine marzo la Fiorentina dovrà avere la consapevolezza delle eventuali soluzioni alternative che potrebbero inserirsi nella scelta della zona ottimale che vedrà la nascita della prossima casa Viola”.

IL SILENZIO DEL SINDACO. In entrambi i casi, Nardella ha deciso di non rispondere, perché “c’è un bando pubblico ancora aperto”. Scelta più che condivisibile, anche perché in questi ultimi anni le dichiarazioni sullo stadio da parte del sindaco -prima con la proprietà Della Valle e poi con quella Commisso- si sono sprecate e alla fine si sono rivelate infruttuose. Così come è più che legittimo che il sindaco di Firenze nella sua lettera ricordi ancora una volta che le regole sui costi del terreno non le fa lui, ma le leggi statali.

PAURA DI INVESTIRE? Ciò che risulta meno condivisibile è il ritenere che la decisione presa da Commisso di non partecipare al bando del Comune sia inaspettata. Il sindaco e il comune non potevano non sapere delle enormi perplessità che occupavano la mente di Rocco, che già prima del bando aveva più volte mostrato diffidenza nell’opzione Mercafir (definita “l’unica alternativa che mi è stata proposta”). Inoltre, appare curioso che il sindaco tacci la proprietà di “non voler fare questo importante investimento per i tifosi e per Firenze”. Forse dimentica che si sta rivolgendo alla stessa proprietà che già ha investito oltre 300 milioni per la Fiorentina, compresi quelli destinati al nuovo centro sportivo.

TUTTI SCONTENTI. Ed ecco che si arriva a un epilogo che non fa felice nessuno. Di certo non il comune, che perde politicamente un’altra battaglia dopo quella dell’aeroporto ed economicamente vede svanire l’opportunità di un investimento che avrebbe giovato a tutta la città. Non fa felice Commisso, che dovrà rimboccarsi le maniche per trovare una soluzione alternativa che oggi pare un miraggio. Soprattutto, non fa felice i tifosi ormai rassegnati: vista anche l’inconsistenza delle alternative fin qui presentate, la speranza di vedere ergersi un nuovo stadio della Fiorentina si affievolisce giorno dopo giorno.

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