Una sfida fra due squadre per certi versi simili, ma diametralmente diverse nelle motivazioni, nell’entusiasmo, nei risultati e, di conseguenza, negli obiettivi. Napoli- Fiorentina non è mai una sfida particolare, ma resta sempre una partita di fascino, almeno per chi ama una certa impronta di calcio. Certo, il paragone rispetto ai due spot del bel gioco andati in scena lo scorso anno è impietoso, soprattutto per il calo vistoso dei viola. Ma il confronto tra Sarri e Sousa resta comunque materia di interesse, spunto e studio per chi analizza il calcio oltre i bilanci.
Proviamo allora a analizzare alcune chiavi della sfida di stasera:
1)Possesso Palla: Come sottolineato in conferenza stampa dai due tecnici Napoli e Fiorentina sono squadre nate e costruite con l’idea di gestione della palla. Più ritmato, veloce e verticale il possesso del Napoli, più orizzontale e spesso più sterile quello della Fiorentina. Due squadre abituate a comandare il gioco e qui sarà interessante capire chi ruberà spazio a chi. Se i viola riusciranno a tenere botta sul piano del possesso, annulleranno gli azzurri.
2) Produzione offensiva: Il Napoli è la squadra che calcia più in porta e che crea più occasioni da gol del campionato. Merito di un tridente leggero, ma anche di giocate che ormai vengono effettuate a memoria. Schemi da 4-3-3 puro con alternanza di cross sugli esterni(vedi soprattutto a sinistra con Ghoulam) con imbucate centrali e movimenti alle spalle dei difensori, come quando si accentra Insigne per favorire l’inserimento dall’altro lato di Callejon.
La Fiorentina degli ultimi tempi, forse per la lentezza del giro palla, spesso è agevolata quando riesce a trovare l’uno contro uno sulle fasce. Tello e Chiesa, oltre che Bernardeschi decisivi in tal senso.
3) Fase difensiva: Per la Fiorentina i 51gol subiti parlano da soli. Errori individuali e di reparto, di fase e di gestione delle situazioni. Se Paulo Sousa non proporrà una squadra corta, con equilibrio nel mezzo sarà un’altra nottata di passione. Il Napoli è forte quando pressa compatto e recupera palla alto, ma va in difficoltà sulle situazioni di palla scoperta, dove i due centrali, Albiol e Koulibaly scappano spesso male. Basta ricordare il gol di Kalinic al San Paolo l’anno scorso, o il 3-2 di Zarate a Dicembre.
4)Palle inattive: Entrambi marcano a zona, non sempre con grossa efficacia.

Di
Duccio Mazzoni