Mutatis Mutandis: con questa espressione i latini intendevano valutare due situazioni diverse, due contesti completamente differenti, due scenari che non avevano niente a che vedere l’uno con l’altro. Ora, lasciando stare la letteratura e la grammatica pur sempre affascinanti, e riportando la discussione attorno al calcio si può dire, con tutta sincerità, che a due mesi di distanza questo recupero sorride alla Fiorentina. Sorride, proprio perché sono cambiate le situazioni, gli scenari, i contesti.
Quella di Settembre era una Fiorentina piatta, per certi versi apatica, in cerca di sé stessa. Una squadra che elaborava moduli senza trovare una chiara identità, che aveva difficoltà a segnare e non dava una sensazione di prospettiva, di fiducia. La Fiorentina di adesso invece è una squadra che ha ripreso a correre, ancora presto per poter dire volare, ma ha ripreso il suo cammino. Ha vinto tre partite di fila, come non succedeva da Novembre 2015, ha ritrovato brillantezza e condizione atletica, spirito di sacrificio, qualità e anche una facilità nel gol. Ha ritrovato il suo bomber, Nikola Kalinic, uno che poi in trasferta ha sempre timbrato con regolarità. Ha pescato dal mazzo un jolly che nessuno si aspettava così decisivo, come Federico Chiesa, stupefacente per prestazioni e umiltà.
Condizioni diverse, contesti diversi anche per il Genoa di Juric, che a inizio campionato aveva sorpreso tutti con due vittorie consecutive, produceva gioco e una ventata di novità tecnica. Un Genoa che aveva in Pavoletti il suo top player, tenuto a forza dalle sirene di mercato estivo. Un Genoa che aveva messo sotto la Fiorentina, in quel catino che è Marassi (chiedere conferma alla Juve). Il Genoa di adesso resta una squadra temibile in casa ma sgonfiata, minata di alcune sue certezze, con un Cholito Simeone che lotta ma che deve ancora crescere (l’attacco del grifone è da zona retrocessione numeri alla mano) e una difesa che gioca sì di grinta e temperamento ma che può soffrire la qualità viola.
E così a due mesi distanza la sfida di Genova da brutto fastidio, da incognita nel calendario può diventare una dolce opportunità, per risalire ancora in quella zona europea da sempre obiettivo stagionale.
Di
Duccio Mazzoni