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Munúa a VI.IT: “Montella un grande allenatore. A Firenze c’era un bel gruppo umano e sarei voluto rimanere”
Le dichiarazioni dell’ex portiere uruguaiano sul ritorno di Montella a Firenze e della sua nuova avventura in panchina
Era l’estate del 2013 quando la Fiorentina annunciò l’arrivo a parametro zero di Gustavo Munúa come nuovo estremo difensore a disposizione di Vincenzo Montella. Una scelta figlia della necessità di affiancare un portiere più esperto al giovane Neto. La sua esperienza in viola è terminata dopo appena sei mesi, per tornare nella squadra in cui è cresciuto, il Nacional di Montevideo, dove ha concluso la carriera tra i pali per iniziare quella in panchina. Adesso sta vivendo una stagione da sogno in terza serie spagnola da allenatore del Cartagena, e la nostra redazione lo ha contattato per commentare il ritorno a Firenze dell’Aeroplanino:
Intanto come procede la tua carriera nelle vesti di allenatore?
“Ho iniziato ad allenare in Uruguay nel Nacional, poi sono stato in Ecuador alla LDU di Quito, in Spagna al Deportivo La Coruña e adesso al Cartagena. Tutte esperienze molto belle ed è una professione che mi piace molto. Siamo primi in un campionato molto difficile ed equilibrato: di 80 squadre ne vengono promosse solo 4. Stiamo facendo bene”.
Cosa ricordi della tua esperienza a Firenze?
“La città è molto bella e mi sono trovato bene anche con la società. Un peccato che non sia rimasto ancora un po’ per vivere al meglio il club e dimostrare il mio valore e farmi conoscere dalla gente. È stata la mia ultima esperienza in Europa, e nonostante sia stata molto breve ho ottimi ricordi. Sono rimasto molto sorpreso dalla grandezza del club. C’era Neto come titolare: un grandissimo portiere che sta facendo bene anche attualmente. Era veramente difficile imparare l’italiano perché nello spogliatoio parlavamo spagnolo con Pizarro, Vecino, Gonzalo, Borja, Alonso, Mario Gómez, Roncaglia, Rossi e Joaquín… C’era un grande gruppo umano e mi è dispiaciuto tanto andare via”.
Ti ha sorpreso il ritorno di Montella?
“No, è un grande allenatore. Ho dei bellissimi ricordi con lui. Mi piace l’identità delle sue squadre, il modo in cui le fa giocare. Gli auguro il meglio in questa sua nuova tappa”.
Hai avuto modo di seguire anche alcune sue partite con il Siviglia lo scorso anno, lo hai visto cambiato?
“Alcune le ho viste e il suo stile di gioco mi è sembrato lo stesso di quando era alla Fiorentina. L’ambientamento a un nuovo campionato non è mai semplice ma rimane un grande allenatore”.
La Fiorentina di oggi è una squadra molto diversa da quella del primo ciclo di Montella…
“Stanno scommettendo su ragazzi giovani e di talento: mi sembra un buon progetto. Con i giovani ci vuole tempo, però in futuro potranno dare soddisfazioni. Attualmente si trovano in una zona di classifica tranquilla in un campionato competitivo come quello italiano. La Fiorentina rimane una grande istituzione anche se con un progetto differente. Montella poi conosce bene il campionato e il club, sicuramente saprà apportare qualcosa in vista del ritorno di Coppa Italia contro l’Atalanta. Gli auguro il meglio”.
Che ne pensi dell’attuale portiere viola Lafont?
“Lui è già una realtà nel suo ruolo. Ha grandi margini di miglioramento e sicuramente farà una lunga carriera. Ha molto talento e personalità. È normale che commetta qualche errore perché è ancora giovane: gli errori servono per crescere e fare esperienza”.
Cosa ricerchi nelle tue squadre?
“Dipende molto dai giocatori che ho a disposizione e dalla società. Ovviamente mi piace che la mia squadra cerchi di essere propositiva e che prenda l’iniziativa del gioco”.
Ti piacerebbe allenare in Italia in futuro?
“Perché no? Già sto allenando in Europa in questo momento. Sono venuto dal Sud America con l’obiettivo di continuare la mia carriera qui e non posso scartare niente per quanto riguarda il mio futuro. Il campionato italiano è molto importante e mi ha lasciato bellissimi ricordi. Adesso sto vivendo un’altra fase della mia carriera calcistica e in futuro non posso escluderlo”.
