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Muñoz a VI.IT: “Iachini trasmette fiducia e serenità. Romero diventerà importante anche per l’Argentina”

Intervista all’attuale difensore in forza al Lanús in vista della partita di questo pomeriggio tra i viola e i rossoblù

Pantaleo Corvino lo aveva individuato come il difensore centrale in grado di rinforzare la Fiorentina di Prandelli nel 2009. Un profilo giovane ma di talento che potesse crescere alle spalle del duo collaudato Danielli-Gamberini. Ezequiel Muñoz in Italia ci è arrivato un anno dopo, ma non a Firenze. L’argentino scuola Boca Juniors è approdato in Serie A per mano del Palermo di Walter Sabatini. Con i rosanero ha sfiorato la vittoria della Coppa Italia contro l’Inter di Mourinho ed è risalito dall’inferno della Serie B sotto la guida di Beppe IachiniEl Chiqui dopo nove stagioni in Europa, dove ha vestito le maglie di Sampdoria, Genoa e Leganes, è tornato a Buenos Aires per giocare nel Lanús. A poche ore dalla gara tra i rossobù e i viola, LaViola.it ha contattato in esclusiva proprio il difensore argentino:

Come procede la sua esperienza al Lanús?
“La mia esperienza al Lanús sta andando molto bene. Ho giocato quasi tutte le partite tra campionato e Copa Argentina. La squadra è al secondo posto e speriamo di continuare così. Per quanto mi riguarda mi trovo molto bene, ho giocato molto e per un giocatore è questo l’importante”.

Che effetto le fa vedere il Genoa all’ultimo posto in classifica?
“Mi dispiace perché è una squadra che non merita quella posizione. Quest’anno sta trovando delle difficoltà, come del resto anche nelle ultime stagioni: ha sempre lottato per la salvezza, ma poi è sempre riuscita a salvarsi con qualche giornata di anticipo. Ovviamente è una situazione delicata, le cose non stanno andando come vorrebbero, ma penso che alla fine si salverà perché è una squadra ben attrezzata e ha giocatori che hanno esperienza per queste situazioni. Spero che si salvi perché è una squadra a cui voglio bene e ho tanti compagni che giocano ancora lì”.

Si sente ancora con i suoi ex compagni?
“Non parlo da tanto con i miei ex compagni. Sono contento per Perin, che è tornato al Genoa dopo l’esperienza alla Juve dove non ha giocato molto. Sicuramente la piazza gli darà tanto affetto e questo gli servirà per ritrovarsi e giocare. È un portiere di grande livello”. 

Il Genoa affronta la Fiorentina di Iachini, l’allenatore con il quale ha giocato di più in Italia…
Il miglior periodo al Palermo l’ho vissuto con lui. Mi dava grande fiducia e nutriva grande stima nei miei confronti e questo l’ho molto apprezzato molto. Con lui giocavo molto più tranquillo perché quando hai la fiducia dell’allenatore giochi con la testa libera. Per la mia crescita è stato fondamentale, mi ha fatto maturare tanto. Un grande allenatore che mi ha permesso di giocare in una difesa a tre, un sistema che a me piace molto. Alla Fiorentina sta facendo bene e sicuramente continuerà così”.

Iachini che è subentrato a Montella, proprio come aveva fatto al Palermo con Gattuso…
Quando arrivò al Palermo diede una svolta. In quella stagione Gattuso durò quattro partite nelle quali collezionammo pochi punti e con un presidente come Zamparini… Venne scelto Beppe, che fino a quel momento aveva raggiunto quattro promozioni e conosceva bene la categoria. Ci trasmise quella serenità necessaria per giocare in Serie B e cambiò anche qualcosa a livello tattico: il nostro segreto secondo me era quello che gli avversari non sapevano mai come giocavamo. Avevamo anche giocatori molto forti come il Mudo (Vazquez, ndr) e Dybala che hanno fatto la differenza e ci hanno permesso di tornare in Serie A con sei turni di anticipo”.

Cosa ricorda di Iachini?
Ovviamente il cappellino (sorride, ndr). Dava tante indicazioni per farci stare bene in campo. Con lui ci allenavamo bene e ognuno di noi poi sapeva quali erano le cose giuste da fare in partita per giocare meglio come squadra”.

Pezzella e Romero sono il presente e il futuro della Séleccion?
Pezzella ha sempre fatto molto bene in Nazionale: ha grande tecnica e grande qualità, sicuramente avrà altre possibilità. Romero mi piace tanto. Nelle partite che ho visto di lui al Genoa mi ha sempre fatto una buona impressione e sicuramente la Juventus ha visto qualcosa in lui di diverso dagli altri. È giovanissimo ma ha un grandissimo futuro. Lo scorso anno ha fatto molto bene, quest’anno sta avendo maggiori difficoltà anche per il rendimento della squadra. Ha qualità importanti e con il passare degli anni diventerà un difensore importante non solo per il Genoa, ma anche per l’Argentina”.

Quanto è stato vicino a firmare per la Fiorentina nel corso della sua carriera?
“Sono stato vicinissimo alla Fiorentina quando giocavo al Boca. Ero infortunato e la Fiorentina voleva comprare il 50% del mio cartellino per 8 milioni di dollari. Il Boca però non voleva vendermi e aspettare che recuperassi dall’infortunio per vedere se riuscivano a ottenere una cifra maggiore. Poi quando sono rientrato il mio livello non è stato quello di prima e la Fiorentina non mi ha voluto comprare, quindi sono andato al Palermo”.

Ha la sensazione di non aver rispettato le aspettative nella sua esperienza italiana?
“Giocare in squadre di metà classifica in Italia non è facile. Ci sono tanti giocatori in Argentina che non arrivano in Prima Squadra e io invece ho giocato nove stagioni in Italia, nei quali ho giocato quasi sempre, tranne quando ero infortunato. Gli infortuni mi hanno fermato ma, per esempio prima di andare alla Sampdoria sono stato molto vicino al Milan quando ero in scadenza di contratto. Quel trasferimento non si è concretizzato perché Zamparini voleva 1,5 milioni e l’offerta di Galliani era di 1. Nel calcio è questione anche di fortuna: il destino di un giocatore può cambiare in sei mesi. Non credo di avere rimpianti, ma anzi credo di essere soddisfatto di quello che ho fatto e devo ringraziare Dio che mi ha dato questa opportunità”.

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