Dirigenti rossoneri a Londra, per la stabilità economica del club. Mossa anche per la Uefa e il ricorso al Tas.
Ieri l’a.d. del Milan Marco Fassone e il direttore commerciale Lorenzo Giorgetti sono decollati in mattinata per portare avanti la trattativa con i rappresentanti di un gruppo interessato al rifinanziamento del debito con Elliott. Era presente anche David Han Li, direttore esecutivo e – soprattutto – braccio destro di Mr Li. La destinazione era Londra. Nella City, esattamente negli uffici di Goldman Sachs, si è discusso di rifinanziamento. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
I MILIONI IN BALLO. Piccolo promemoria: i 303 milioni di prestito, interessi esclusi, girati da Elliott per l’acquisizione cinese del Milan (aprile 2017) erano divisi in due parti. La prima: 180 milioni di debito in capo al presidente; la seconda: 123 in capo al club. La parte più difficile da coprire – per stessa ammissione delle parti – è quella che fa riferimento al presidente rossonero. E pare essere questo il motivo dell’ultima gita inglese: incontrare il soggetto interessato all’affare. Se si concretizzerà, ognuno ne trarrà il proprio vantaggio: Li allungherà i tempi della restituzione (oggi tassativamente fissati entro ottobre), e l’istituto subentrante ricaverà una somma evidentemente più alta di quella emessa. La parte in seno al club ha invece più facilità di essere «ripagata»: il Milan può offrire in dote asset di indiscutibile valore.
NUOVO PARTNER. Non tutto il debito può infatti essere estinto contando sulla liquidità del nuovo socio: un investitore disposto a sostituirsi a Elliott con 380 milioni di euro di bonifico (interessi stavolta inclusi) certo non sarebbe altrettanto disposto a subentrare con quote di minoranza, come per ora impone la volontà di Yonghong. Un prossimo ingresso continua a trovare riscontro. L’altra certezza è la nazionalità del futuro partner: americano come Elliott. Passare da un creditore a un investitore è lo step che il Milan conta di compiere entro i prossimi dieci giorni: la liquidità di un coazionista risulterebbe utilissima per tanti motivi, per esempio saldare la seconda e ultima rata da 32 milioni di euro di aumento di capitale, e – evento che maggiormente interessa i tifosi rossoneri – rinforzare il budget mercato.
SOLIDITA’ FINANZIARIA E UEFA. Più importante ancora del denaro c’è la stabilità aziendale che il nuovo socio garantirebbe automaticamente. E la circostanza sarebbe stavolta decisiva nel sempre più probabile giudizio al Tas: se le motivazioni alla bocciatura di Voluntary e Settlement derivavano dall’incertezza sul proprietario rossonero, fornire indicazioni precise circa un nuovo acquirente (noto, economicamente solido, destinato a entrare con quote di minoranza per poi salire) sarebbe come calare un asso dal mazzo di carte.
Di
Redazione LaViola.it