Montolivo: “Che emozione rivedere Prandelli sulla ‘sua’ panchina. Cutrone ha fame”

L’ex centrocampista di Fiorentina e Milan Montolivo: “Che emozione rivedere Prandelli sulla ‘sua’ panchina. Mi ricordo l’anno del -19 come ci dava sempre tranquillità”

Parla così l’ex centrocampista di Fiorentina e Milan Riccardo Montolivo al Corriere Dello Sport:

PRANDELLI. “E’ stato emozionante rivederlo sulla “sua” panchina. Credo che sperasse di tornare alla Fiorentina, ne è anche tifoso. Gli auguro di ripercorrere i nostri anni d’oro. E’ la persona giusta al momento giusto, anche se ha un bel lavoro da fare”. Il ricordo più bello? “Sicuramente quello delle cavalcate europee, col ritorno per la prima volta (dopo il fallimento, ndr) in Champions. In quegli anni c’era un gruppo fantastico, unito. Non ho mai più ritrovato uno spogliatoio come quello. Ricordo l’ottavo di finale col Bayern Monaco, quello del fuorigioco di Klose negato da Ovrebo, ma anche la semifinale dell’allora Coppa Uefa”. Il -19 di Calciopoli e della volata in zona europea? “Cancellammo quel segno meno, ma ci vollero 15 giornate per uscire dalla “zona rossa”. Prandelli ci diceva di non guardare la classifica e ci trasmetteva fiducia, voglia di migliorare e la consapevolezza”.

MONTIEL-CUTRONE. “Prandelli ha lavorato molto coi giovani, è tra i migliori a gestire il momento in cui farli giocare. Sa bene che con loro serve pazienza. Saprà come trovare la giusta strada anche con Cutrone. E’ un attaccante sanguigno, ha bisogno di stare nell’area di rigore avversaria, vede molto bene la porta. Uno come lui lo vorrei sempre in squadra. Gli manca il calore del Franchi”.

RIBERY-BONAVENTURA. “Non credo la Fiorentina sia troppo Ribery-dipendente. Il fatto è che tutti si stanno esprimendo al di sotto delle loro possibilità. E’ evidente che quando manca un campione il contraccolpo può esserci. Ma l’ossatura viola è importante”. Bonaventura? “E’ il giocatore ideale per Prandelli: è intelligente, sa interpretare bene più ruoli. E’ un po’ uno Jorgensen… 2.0. Non credo possa fare il terzino come Martin, che lo faceva pure bene ma è una risorsa”.