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Montella torna ‘lamentino’. Tra proteste, sfoghi e una pressione non facile da gestire

Montella ed il rapporto difficile con gli arbitri. Ancora il Tardini nel suo destino. Ma reggere la pressione sarà fondamentale

Era il 2014 quando Vincenzo Montella venne definito ‘lamentino’ dall’arbitro Mazzoleni. Il tecnico viola si lamentava di un gioco ostruzionistico non punito dal direttore di gara. Così come altre volte si era lamentato per il gioco effettivo, con perdite di tempo eccessive da parte degli avversari. Fino al faccia a faccia che andò in scena con il referente della Commissione Arbitri, Stefano Braschi che incrociato al Tardini si rivolse al tecnico esclamando: “Proprio te cercavo. Stendiamo un velo pietoso sul tuo comportamento”. Lo scontro diplomatico con le istituzioni arbitrali e federali sul caso Borja Valero in quel Parma-Fiorentina con Gervasoni arbitro fu grosso. E dal punto di vista arbitrale, nel suo ciclo a Firenze, la squadra viola non ricevette certo grandi favori, anzi. La qualificazione in Champions del Milan ai danni della Fiorentina se la ricordano ancora in diversi.

Ancora il Tardini, ancora sfoghi e proteste. Tempi diversi. Ma siamo alle solite. Vincenzo Montella con altissime probabilità non guiderà la Fiorentina domenica sera al Franchi contro il Genoa, in una delle gare più delicate per Firenze e per il popolo viola degli ultimi vent’anni. E’ ai limiti dell’impossibile pensare che possano essergli tolte entrambe le giornate di squalifica che gli sono state inflitte dopo l’espulsione di Parma.

Il tutto nel momento più duro da affrontare anche dal punto di vista emotivo. Montella si sta giocando la carriera e la Fiorentina la salvezza dopo un triste filotto di ko che potrebbe diventare drammatico. Sarà fondamentale mantenere i nervi saldi. O meglio lo sarebbe stato. Magari evitando questa inutile squalifica.

Perché appare evidente che l’aeroplanino dinanzi a pressioni del genere non sempre riesca a mantenere la giusta lucidità. Comportamentale, ma anche decisionale. Perché le scelte di formazione, sia dal primo minuto che a gara in corso, non è che siano state tutte azzeccate. Anzi. Che la Fiorentina sia andata in confusione, come società nelle scelte e nella comunicazione, come spogliatoio e squadra, è un dato di fatto dimostrato dal tracollo generale delle ultime settimane. E se va in confusione anche colui che deve toccare le corde giuste per evitare un disastro come sarebbe la retrocessione le cose si fanno ancor più dure.

Montella si gioca la carriera, anche se la sua immagine calcistica ne esce sicuramente malissimo da questo suo ritorno a Firenze, comunque andrà a finire domenica, e la Fiorentina si gioca tutto. Dentro o fuori. Nervi saldi e attributi faranno la differenza. In panchina, o in tribuna, cambierà poco. Qui c’è di mezzo il destino. Sbagliare in preda ai nervi sarebbe solo controproducente. La lucidità è tutto per questi ultimi 90′ di campionato.

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