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Montella ritrova la sua Viola, di nuovo a San Siro. Dopo JoJo-Ljajic, ora Chiesa-Ribery
Meno qualità in mezzo al campo, ma più prospettiva. Non solo attacco leggero e veloce: adesso c’è anche un campione in più, di nome Franck.
È probabile che sia qui, dove l’allenatore della prima gestione viola aveva già vinto due volte e pareggiata una, che la Fiorentina di Montella sia tornata. Franck Ribery non ha invece mai smesso di essere un campione: 24 titoli sollevati con il Bayern Monaco e una standing-ovation del pubblico avversario conquistata finora in Italia. San Siro ha visto i suoi campioni scrivere la storia e altri ne ha ammirati da avversari. Nessuno però ricorda il pubblico in piedi ad accompagnare l’uscita di un giocatore che aveva appena demolito la loro squadra. «Sono felice» ammette Franck, che di soddisfazioni in carriera se ne intende: «Vecchio? Sì, lo sono ma in campo mi sento ancora giovane. Ho fame ed essere qui con tanti giovani mi piace tantissimo. Anche Chiesa mi ascolta: ha grande mentalità». Così scrive La Gazzetta dello Sport.
BEL GIOCO. La Fiorentina ha giocato il calcio armonioso e leggero (lo stesso che il Milan tanto desidera per sé) con cui cerca ovunque di imporsi con il possesso del pallone. È bella, divertente e organizzata: qui il lavoro dell’allenatore è decisamente evidente. Lo era stato anche con Napoli, Juventus e Atalanta, tre delle quattro avversarie affrontate nell’avvio durissimo di inizio stagione: contro il podio del campionato scorso la Fiorentina aveva raccolto meno di quanto meritato. La squadra più rinnovata d’Europa (per numero di nuovi acquisti estivi) ha già chiare le istruzioni del tecnico e montato in campo l’impianto studiato in allenamento per valorizzare la manovra.
SENZA CENTRAVANTI. Come la prima Fiorentina di Montella anche questa rinuncia al centravanti: Chiesa e Ribery (come Jovetic-Liajic) non concedono riferimenti agli avversari e uno finisce per esaltare l’altro. Questa Fiorentina è invece diversa dalla precedente per la qualità del centrocampo e per età media: meno tecnico di quello che formavano Borja, Pizarro e Aquilani, ma più giovane. Presupposti che il club legge in chiave positiva: si può migliorare e costruire una struttura sempre più solida.
IMPRONTA. Montella sorride: «È una grandissima soddisfazione. La nostra evoluzione sarà giocare con un centravanti, abbiamo Vlahovic, Boateng e Pedro. Ma anche così abbiamo fatto partite di altissimo livello contro grandissime squadre: mi dispiace per il Milan. Dopo l’inizio del campionato sono arrivati quattro nuovi giocatori, abbiamo lavorato insieme ancora poco e questa è stata l’idea: Chiesa più vicino alla porta, un centrale difensivo in più per aumentare il palleggio e liberare due esterni offensivi come i nostri. E poi Franck che è stato strepitoso: l’ho tolto anche perché meritava gli applausi». È la Fiorentina di Montella, con un campione in più.
