Da quando è tornato ad aprile, l’Aeroplanino ha una media di 0,91 punti a partita. Una striscia negativa che si protrae dall’anno scorso.
Ha ragione Montella: giudizi, critiche e fischi dei tifosi sono soprattutto figli del passato. Del disastroso finale dello scorso anno, della retrocessione temuta fino all’ultima giornata. La squadra sente questa continuità, non è serena e si vede. Oltre a non aver acquisito una sua identità, un suo gioco, un suo senso compiuto. Incapace di tornare ai livelli di quelle ‘famose’ sei partite che, sì, avevano detto che la Fiorentina era sulla strada giusta. Come aveva detto Badelj una settimana fa, la squadra sente il peso di sentirsi competitiva non riuscendo a dimostrare il proprio valore sul campo.
TREND DISASTROSO. E chiaro che in tutto questo l’allenatore sia lo sfogo dei malumori della piazza. Sia perché rappresenta il filo conduttore con il passato (con i Della Valle, con le ultime partite della scorsa stagione, per non parlare dell’antica questione sulla ‘dimensione di Firenze’ post-Siviglia), sia perché i risultati del Montella-bis sono inquietanti. E alla fine, nel calcio, contano proprio i numeri. Ventitre partite, con appena 5 vittorie, 6 pareggi e ben 12 sconfitte. Ventuno punti in 23 gare (media 0,91 punti a partita), mentre restando solo al campionato (senza le gare con Atalanta e Monza in Coppa) sono 18 punti (sole 4 vittorie) in 21 partite (media di 0,85 punti a gara). Con appena un quinto delle vittorie sul totale di gare giocate. Per farsi un’idea: Pioli ha chiuso la sua esperienza alla Fiorentina con 27 vittorie, 25 pareggi e 22 sconfitte in 74 partite (media 1,43 punti), mentre il ‘primo’ Montella fece 81 vittorie, 32 pareggi e 40 sconfitte in 153 partite (media 1,80 punti).
FILO CONDUTTORE. Tra l’altro, l’ultima vittoria di Montella sulla panchina viola risale al 6 ottobre (1-0 con l’Udinese), visto che a Reggio Emilia con il Sassuolo (successo 2-1 in rimonta) l’Aeroplanino, squalificato, aveva visto (e comunque diretto) la squadra dalla tribuna (in panchina c’era Russo). Alla 14.ma giornata, 16 punti (media 1,14 a partita) con 4 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte. Più il successo in rimonta in Coppa Italia contro il Monza (Serie C) a metà agosto. Lo scorso anno appena 2 punti in 8 partite, compreso il ko di Coppa contro l’Atalanta. Chiaro che il lungo score negativo incida sui giudizi: proprietà cambiata, squadra profondamente trasformata, ma i segnali e le intuizioni del ‘primo Montella‘ sono stati pochi. E nel momento di crisi (tre sconfitte di fila, un punto contro le tre neopromosse Brescia, Verona e Lecce) si sono viste poche reazioni dal punto di vista temperamentale, tecnico e tattico.
Di
Marco Pecorini