Montella e i suoi ragazzi sono a caccia di imprese. Per togliersi qualche soddisfazione in questi 7 giorni di fuoco occorre andare oltre i limiti strutturali
L’avvicinamento alla sfida più importante della stagione non si apre certo con i migliori presupposti. La vittoria alla Fiorentina manca da esattamente due mesi (l’ultima il 17 aprile in casa della Spal), dopo quella data sono arrivati 6 pareggi e 3 sconfitte. A Firenze si respirano ancora le scorie del divorzio burrascoso con Pioli e le successive dure prese di posizione di parte del tifo organizzato hanno creato ulteriori divisioni in un ambiente già polarizzato.
GRIGIORE COL BOLOGNA. Infine, la prima uscita pubblica del Montella-bis ha portato ad uno scialbo 0-0 con il Bologna, partita nella quale si sono rivisti tanti vizi strutturali della squadra e poche idee nuove. Era inevitabile, visto il poco tempo che il tecnico campano ha avuto a disposizione per lavorare coi suoi uomini e vista la qualità media alquanto mediocre della rosa attuale.
Ecco che prima della semifinale di Coppa Italia con l’Atalanta il calendario beffardo ha voluto che la Fiorentina si incrociasse proprio con la Juventus. Ancor più beffardo si è dimostrato il destino, che salvo un’impresa di Chiesa e compagni consegnerà lo Scudetto ai bianconeri proprio al termine della partita di sabato sera.
TURNOVER SÌ O NO? Contro i rivali di sempre, il dubbio turnover sì o no resta più che mai vivo nei dibattiti tra tifosi. C’è chi per nulla al mondo vorrebbe fare un favore ai colori bianconeri e sabato vorrebbe vedere il miglior undici possibile, chi invece preferirebbe mandare in campo una formazione piena zeppa di riserve all’Allianz Stadium per poi farsi trovare freschi all’appuntamento di mercoledì contro i bergamaschi.
In parte condivisibili entrambe le versioni. Da una parte non si può andare a Torino a fare gli sparring partner della Juventus (rischio che resta alto anche con in campo la miglior formazione): impensabile presentare una formazione non competitiva. Dall’altra, guardando ai numeri quella con i bianconeri è una partita assolutamente ininfluente ai fini del campionato della Fiorentina. Ovviamente c’è l’importanza intrinseca di un incrocio che a Firenze genera subito grandi emozioni, ma non è una motivazione sufficiente per spremere tutti i titolari a pochi giorni dalla Coppa Italia. Dunque, alla fine la cosa più auspicabile è che Montella metta in campo una formazione con qualche riserva (qualcuno si ricorda di Hancko?), ma senza cambiare 11 titolari su 11.
CERCASI IMPRESE. Difficile agguantare una vittoria contro una Juve estremamente ferita dall’uscita dalla Champions League ma davvero tanto vicina ad agguantare lo scudetto. Si era detto che le partite prima dell’Atalanta sarebbero state utili ad arrivare in buone condizioni mentali alla difficilissima sfida della Festa della Liberazione. Salvo imprese all’Allianz Stadium, questo non succederà. Non può succedere a una squadra che non vince da 2 mesi (in casa da dicembre 2017…).
Il compito di spronare i ragazzi pesa tutto sulle spalle di Vincenzo Montella. Uno che a Firenze la Juve è riuscito a batterla. Uno che con Firenze in finale di Coppa Italia ci è andato. La qualità tecnica della squadra non è minimamente paragonabile a quella degli anni d’oro montelliani, ecco perché l’impresa che si chiede al tecnico e ai ragazzi è ancor più grande.
Non si può però partire sconfitti. Questo non è assolutamente previsto. Per i bilanci ci sarà tempo a non finire, oggi c’è ancora da crederci. I piedi non saranno mai vellutati, ma questo gruppo ha mostrato non solo di avere cuore ma anche di saperlo mettere in campo. Deve solo ricordarselo.
Di
Marco Zanini