Rassegna Stampa
Mita sul CorSport: “Crisi aperta, ripresa imbarazzante e classifica impietosa. Ora tocca a Pioli”
Fiorentina senza identità e senza gioco, dopo il 30′ ha lasciato tutto in mano al Como. Pioli solo due volte era partito così male in carriera (e arrivò l’esonero)
La crisi è aperta ed è totale. La Fiorentina è precipitata in tutto: in classifica, nei giudizi, nella considerazione dei suoi tifosi, nelle aspettative. Ed è normale che sia partita la contestazione del Franchi: Firenze è esigente, si sa, ma certe partite fanno davvero perdere la pazienza. Anche perché è solo l’ultima di una serie di prestazioni scadenti. Così scrive Alessandro Mita sul Corriere dello Sport -Stadio.
IMBARAZZANTE. La sconfitta con il Como certifica l’incapacità fino a questo momento di essere una squadra. In tutti i sensi. Il secondo tempo di ieri è stato imbarazzante: 14 tiri a 3 per il Como, che, risistemato da Fabregas dopo le sbandate iniziali, ha spadroneggiato in lungo e in largo (possesso palla del 56,6%). I viola non sono esistiti in 45 minuti orribili, senza un minimo di carattere. Sono rimasti lì a subire il gioco del Como e alla fine la sconfitta è stata la naturale conseguenza di un atteggiamento sbagliato. La Fiorentina è esistita fino al 30’, con il gol di Mandragora e qualche altro tentativo, seppur non eclatante.
SENZA IDENTITA’. Kean, quando indossa la maglia viola, continua a non azzeccarne una, pur con la volontà che ci mette. Piccoli, accanto a lui, non ha inciso. Con due attaccanti lasciati dal 30’ del primo tempo praticamente soli, la Fiorentina ha giocato una partita piatta. Anzi, progressivamente non l’ha proprio giocata. Non si vede un’identità, una forma di gioco, la Fiorentina è partita con un’impostazione (il tridente Dzeko, Kean, Gudmundsson e la difesa a 3) e ora ne sta cercando faticosamente un’altra.
IL CREDITO DI FIDUCIA. Ma il tempo, anche se siamo solo alla quarta giornata, passa veloce e la classifica diventa impietosa. E’ chiaro che a questo punto è fondamentale la mano dell’allenatore, anzi, è decisiva. Per Pioli è uno dei peggiori inizi di campionato: meno di così solo nel 2006-2007, con il Parma (un punto), mentre 2 punti in 4 gare li aveva fatti con il Bologna 2013-2014: in entrambe le due esperienze emiliane alla fine scattò l’esonero. Oggi il credito di fiducia che Pioli ha è ancora ragguardevole, Firenze lo ha eletto a garante del rilancio. Forse deve ancora riabituarsi alle difficoltà del calcio italiano, ma con il mercato fatto, con l’investimento economico più consistente dell’era Commisso, è lecito e doveroso aspettarsi di più.