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Mistero Vecino, incompleto di talento. Quasi star con Sarri poi solo maratoneta
VIAGGIO intorno a Matias Vecino, quasi 26 anni, per cui la Fiorentina la scorsa estate ha rifiutato 15 milioni dal Napoli. Sponsor assatanato Maurizio Sarri, che a Empoli aveva spremuto la pertica uruguagia fino al concetto estremo di sfiancamento coatto: Vecino sempre titolare, 38 presenze con 2 gol e 4 assist per un totale di 3.206 minuti. Era la stagione 2014/2015 e continuando l’esplorazione dei numeri ecco il risultato dei due anni con Sousa: 38 partite l’anno scorso (2 gol, ma solo nell’ultima giornata contro la Lazio in un picnic notturno molto spensierato essendoci in ballo l’addio al calcio di Klose e zero obiettivi in classifica) e 32 presenze in questa stagione (1 gol).
IL 4-2 che la Fiorentina rifilò alla Lazio – nota a margine – fu un duro colpo soprattutto per Inzaghi e infatti Lotito decise di virare su Bielsa per un salto di qualità: abbiamo visto poi com’è andata, fino al clamoroso scontro di metà luglio con l’allenatore argentino e il dietrofront sullo snobbato Inzaghi: infatti ora la Lazio è quarta e gioca un sofisticato calcio con muscoli e tecnica miscelati in un modo che piacerebbe anche a Sousa (fine della nota a margine, per la serie il calcio è strano). Torniamo a Vecino per un capire come mai il possibile decollo si sia livellato, poi, su una rotta molto appiattita: negli ultimi due anni a Firenze ha stabilito il record (probabilmente europeo) del centrocampista che ha tirato più volte verso la porta segnando in rapporto quasi zero, escluso il picnic contro la Lazio.
LOGICO che qualcosa non funzioni e probabilmente non si tratta solo della mira: a Empoli Vecino giocava in un centrocampo a 3, dove Valdifiori faceva il play e Croce l’altra mezz’ala. Un ruolo diverso per lui, meno condizionato dalla fase di copertura e più aderente alle caratteristiche di un giocatore che cerca sempre di inserirsi (se non deve pensare principalmente ai break). Certo che, nonostante la buona volontà, anche in area di rigore Vecino non è quasi mai riuscito a sfruttare il suo (quasi) metro e 90 nei colpi di testa: il concetto di incompletezza aumenta. ma resta sempre il dubbio: perché il Napoli avrebbe offerto 15 milioni per un centrocampista che lascia così poche tracce nei tabellini, e a volta a parte le corse a anche in campo? In un ruolo diverso – meno maratone, più qualità circoscritta – Vecino magari uscirebbe dal club dei peggiori tiratori del contenente. Al prossimo allenatore il compito di scoprirlo.