“Quando tutto finirà scopriremo di essere più grandi, più responsabili”. Così l’ex tecnico viola, che ieri ha compiuto 81 anni
Solo ieri Giovanni Trapattoni ha spento le sue 81 candeline. Ma purtroppo il paese sta attraversando un momento difficile a causa dell’emergenza coronavirus, e ne parla in un’intervista all’Ansa: “Sono sempre stato tacciato di essere un difensivista. E allora raccomando questo, oggi, a tutti gli italiani: giochiamo in difesa, e questo virus lo battiamo“.
L’ex allenatore della Fiorentina passa questi giorni di isolamento chiuso con la moglie Paola nella sua casa di Cusano Milanino, a pochi chilometri dal centro dell’epidemia. Passa il tempo con le videochiamate alla sua famiglia sempre più grande, ora che è diventato bisnonno, e un po’ di social. “Anziani, state a casa, mantenete uno stile di vita corretto e aiutatevi con la tecnologia“, ha twittato 48 ore fa.
“Mi affaccio alla finestra e vedo le strade vuote – racconta all’Ansa il Trap – e allora mi viene in mente quando ero bambino e c’era la guerra. Ricordo tutti in casa, poi le sirene dei bombardamenti, e mia madre che mi urlava ‘scappa’. Si correva a piedi nudi nei prati, per allontanarsi dai palazzi. Ho vissuto la guerra, sono passato per il morbillo e per la scarlattina: non so fare paragoni con le dimensioni di questa emergenza. Ma so che da esperienze così dure si esce più forti, senza alcun dubbio“.
Trapattoni pensa anche ai calciatori: “Fermarsi era inevitabile, doveroso: soprattutto per la gran calca dei tifosi negli stadi. Questi ragazzi, quando torneranno a giocare, rifletteranno sul valore delle cose e noi tutti scopriremo di essere più grandi, più responsabili“.
“Ho parenti nelle bergamasca, e mi raccontano di giorni di angoscia – prosegue il tecnico -. Anche io ho perso qualche caro: è terribile. Ma nella mia vita ho sempre avuto la fortuna della fede, e oggi più che mai prego Dio: gli chiedo di liberare l’Italia da tutto questo. La speranza e’ fondamentale. Ma la difesa lo e’ ancora di più“.
Di
Redazione LaViola.it