Prova di maturità, servite le lezioni europee. Zero tiri concessi, davanti poco cinici ma il Franchi esulta. E Firenze prepara l’esodo per Roma
L’obiettivo era non correre rischi. Evitare brividi come contro Lech Poznan o Braga. E la missione è stata centrata. Fiorentina in finale di Coppa Italia senza riaprire mai il discorso qualificazione contro la Cremonese. Basta lo 0-2 dello Zini, che unito allo 0-0 del Franchi proietta i viola all’Olimpico contro l’Inter il 24 maggio. Nove anni dopo, la Fiorentina si giocherà di nuovo l’ultimo atto della coppa nazionale. Nel 2014 ci ricordiamo come andò, dentro e fuori dal campo. Stavolta si spera che la storia possa essere ben diversa.
PROVA DI MATURITA’. Il Franchi esulta, con la bellissima coreografia iniziale della Fiesole a caricare la squadra e con la spinta per tutto l’arco della gara. Una partita non entusiasmante, con poca concretezza davanti per Cabral, Gonzalez e compagni. Ma soprattutto con la voglia di non rischiare. E infatti Terracciano non deve praticamente sporcarsi i guanti. Non che il collega della Cremonese faccia molto di più, ma tant’è. Sono servite le lezioni europee, una prova di maturità superata dalla Fiorentina dopo un paio di uscite a vuoto.
INTROITI. La qualificazione alla finalissima di Roma proietta poi la Fiorentina anche in Supercoppa Italiana. Si giocherà a gennaio 2024 tra le finaliste di Coppa e le prime due del campionato. Un prestigio ulteriore, quello di andare a giocarsi il torneo in Arabia Saudita. Anche a livello economico: già solo partecipare garantirà 3-4 milioni di euro. Mentre il percorso di Coppa Italia ha portato fin qui più di 10 milioni. Niente male.
DOPPIO SOGNO. Ora è chiaro che l’appetito vien mangiando. Firenze si sta già mobilitando per la finale dell’Olimpico, nel 2014 furono circa 28mila i tifosi viola che andarono a Roma. L’altro appuntamento guarda invece alla Conference. Alla doppia semifinale contro il Basilea. Avversario di livello, senz’altro più forte delle altre rivali affrontate fin qui in Europa dai viola. Ma formazione alla portata, quella svizzera. Una semifinale tutta da vivere, con il sogno di centrare anche la finalissima di Praga. Chiaro che in questo contesto il rischio, o forse la necessità, è quello di trascurare il campionato. Italiano non vuol sentir parlare di concetti simili, ma è ovvio che se servirà risparmiare un giocatore o centellinare qualche forza, verrà fatto in campionato piuttosto che in una gara da dentro o fuori di coppa. Anche se arrivare ottavi, alla fine, potrebbe anche premiare, in attesa delle decisioni della Uefa in merito alla Juventus. Ma l’occasione (doppia) nelle coppe è troppo ghiotta per non essere colta. Per non essere vissuta al massimo. La Fiorentina deve provarci.
Di
Marco Pecorini