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Minacce e insulti al presidente di Italia Nostra: “Segno di incultura abissale”

Messaggi social, sms e lettere dopo il ricorso contro il Viola Park a Bagno a Ripoli. Ma Rombai è determinato ad andare avanti

Centinaia di commenti lividi di rabbia sui social. Lettere di insulti nella cassetta della posta. E anche sms e telefonate intimidatorie: «Sappiamo dove abiti, ti veniamo a trovare». Da un paio di giorni il professor Leonardo Rombai, presidente fiorentino di Italia Nostra, è diventato il bersaglio di offese e minacce di ogni genere. «Ho smesso di rispondere al cellulare, ma se continua così dovrò rivolgermi ai carabinieri», dice a La Repubblica.

RABBIA. Un’ondata di livore che ha travolto il docente universitario in pensione dal momento in cui la onlus che guida ha annunciato il ricorso straordinario contro la costruzione del Viola Park di Bagno a Ripoli: per Italia Nostra il maxi centro sportivo della Fiorentina va contro le leggi urbanistiche regionali, dunque dev’essere fermato.

‘INCULTURA’. «Che in molti ci avrebbero dato addosso ce lo aspettavamo – osserva Rombaima non immaginavo che saremmo arrivati a questo punto. È il segno dell’incultura abissale di una parte della popolazione e della tifoseria. È come se le leggi di tutela del territorio e del paesaggio fossero barzellette, o precetti religiosi da applicare quando si vuole».

INSULTI. La valanga di rabbia sembra inarrestabile: centinaia i commenti sulla pagina Facebook di Italia Nostra Firenze. Ma gli insulti – intervallati solo da pochissime critiche espresse in forma civile – non si limitano alle pagine social dell’associazione. «Sto ricevendo lettere a casa, messaggi e telefonate dal contenuto intimidatorio», denuncia Rombai. «È diventato un attacco personale, anche se io sono solo un modesto rappresentante dell’associazione. Le stesse critiche al progetto le hanno fatte Legambiente e il gruppo Cittadinanza attiva di Bagno a Ripoli. Si fanno piani paesaggistici e leggi di tutela che tutti accolgono come bellissime norme, ma che poi restano sulla carta».

VA AVANTI. Nonostante le critiche e gli appelli a ritirare il ricorso straordinario al presidente della Repubblica – ultimi, quello di Cna e Confesercenti Firenze – Rombai si dice determinato ad andare avanti per fermare quella che definisce «la speculazione di un privato». «Spaventato? No, chi ha paura non va alla guerra. E ho già ricevuto minacce in passato. Ma spesso ci si dimentica che il patrimonio urbano e paesaggistico è un bene primario da difendere».

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