Il serbo gioca ormai costantemente a destra nella difesa ‘a tre e mezzo’: solidità ma anche gol pesanti. E ora vale 7-8 volte di più.
E pensare che per Nikola Milenkovic, nato il 12 ottobre 1997 a Belgrado, approdato a Firenze nell’estate 2017 per poco più di 5 milioni, la prima partita in maglia viola è arrivata alla 18° giornata dello scorso campionato. Era il 22 dicembre 2017, e Pioli, dopo cinque mesi di naftalina ed ‘educazione tattica’ al calcio italiano, lo inserì nella difesa a tre con Astori e Vitor Hugo nella trasferta di Cagliari. Una scelta dettata dall’emergenza, per l’infortunio a Pezzella, fino ad allora vera rivelazione. Da quel momento, però, la carriera del difensore serbo è definitivamente cambiata.
L’ESORDIO. Perché già a Cagliari Milenkovic raccolse raffica di 6,5 e 7 in pagella, mica male per un ragazzo di 20 anni al primo impatto fuori dal calcio serbo. La Fiorentina vinse 1-0 quella partita, tenendo la porta inviolata. E Pioli confermò così Milenkovic anche pochi giorni dopo, in Coppa Italia contro la Lazio: i viola persero stavolta di misura, 0-1, ma per il serbo fu una conferma in un match assai più complicato.
EVOLUZIONE. E ne ha fatta di strada, nel frattempo, Milenkovic: da quelle prime due gare è progressivamente diventato un titolare per Pioli, scalzando Laurini (e Bruno Gaspar) e giocando 15 delle ultime 17 gare del campionato scorso. Praticamente sempre da terzino destro. ‘Adattato’, si disse. Lui che nasceva come centrale e sempre lì, in mezzo alla difesa, aveva giocato al Partizan. Pioli ha però insistito sul nuovo ruolo. Un quarto di destra ‘bloccato’ (ma non troppo), per dare equilibrio nella nuova difesa ‘a tre e mezzo’. Biraghi che si sgancia spesso a sinistra facendo quasi l’ala, il serbo che resta da equilibratore a destra per dare sostegno a Vitor Hugo e Pezzella. Da qui nasce la forza della nuova Fiorentina, una difesa che è la 2° d’Italia (5 gol subiti come Juve e Inter, 1 in più della Samp) e che concede poco agli avversari.
ADATTATO A CHI? Tanto che viene da chiedersi: davvero Milenkovic può considerarsi un adattato in quel ruolo? Probabilmente no. Una posizione definita ed un ruolo chiave per Pioli. Non un classico terzino, certo, ma neanche un giocatore da considerare fuori ruolo, visto il rendimento. Media di 6,57 secondo i tifosi, di 6,42 secondo i quotidiani nelle prime 7 partite. Prestazioni sempre all’altezza (mai insufficiente, anche a Napoli è stato il migliore della difesa), solide, rocciose, precise e condite da una grande fisicità. Chiusure, diagonali, contrasti, recuperi palla, coperture al Chiesa di turno che va ad attaccare la porta. Non ha un piede troppo fine ed educato, Milenkovic, che talvolta si rifugia nelle classiche ‘spazzate’ quando va in difficoltà. Ma sta migliorando.
GOL PESANTI. Per non parlare della confidenza con il gol: già 2, fin qui, per il serbo, a segno contro il Chievo e contro la Spal. Gol pesantissimi: il primo, con gran botta da fuori finita all’incrocio, ha permesso di sbloccare il risultato; il secondo, con uno stacco imperioso ad anticipare il portiere, ha permesso ai viola di giocare poi in scioltezza dopo qualche rischio di troppo. Ma non solo, perché il numero 4 viola ha fin qui creato 6 occasioni con 9 tiri in porta (oltre che di testa, si ricorda anche la bordata da fuori nel finale di Marassi). Insomma, i numeri dicono che è un valore aggiunto anche in attacco.
SIRENE DI MERCATO. Una crescita esponenziale che non ha lasciato indifferenti i top club europei. La Juve lo monitora, l’Atletico Madrid e i club inglesi (su tutti City e Manchester) visionano da vicino le sue partite. Arrivato per poco più di 5 milioni dal Partizan, ora vale 7-8 volte di più.“Negli ultimi giorni di mercato abbiamo rifiutato un’offerta di 40 milioni per Milenkovic“, ha rivelato Cognigni. Un giocatore che sta diventando di caratura internazionale, dopo anche la bella esperienza al Mondiale (titolare a 20 anni) con la Serbia. Fin qui titolarissimo per Pioli, che in sette partite non ha rinunciato al serbo neanche per un minuto.
Altro che ‘adattato’ o fuori ruolo. Milenkovic è un vero pilastro della Fiorentina che naviga in zona Champions.
Di
Marco Pecorini