La panchina di Vincenzo Montella è seriamente a rischio. Lo 0-0 di ieri sera contro l’Aek Atene ha evidenziato ancora di più una crisi senza fine. Il palcoscenico (non certo di primissimo ordine…) internazionale finora aveva alimentato la speranza di vedere un Milan in crescita. Nulla da fare. Montella ha smarrito convinzione e certezze. Il rendimento di vecchi e nuovi milanisti è sempre e costantemente insufficiente. Le crepe stanno aumentando anche fuori dal campo come dimostra il duro confronto a distanza, nel dopo-partita di ieri, fra Montella e il diesse Mirabelli. Il tecnico continua a medicare con un batuffolo di cotone imbevuto di un insano ottimismo le ferite e le lacerazioni di un momento drammatico, incomprensibile e anche imprevedibile.
«Vorrei che la squadra giocasse con un po’ più di coraggio e fiducia – ha detto nel dopo-partita il tecnico – che in alcuni giocatori manca. È una richiesta che faccio ad ambiente e tifosi». Montella ha svelato che a «fine partita abbiamo fatto il punto della situazione e nulla è cambiato. Il rapporto con Fassone e Mirabelli è splendido». Anche se il diesse ha lasciato la tribuna e ha assistito al secondo tempo dietro alla panchina del suo allenatore. Il Genoa (domenica a San Siro) rischia di essere davvero l’ultima spiaggia… «Con Massimo ho un ottimo rapporto personale. Ha criticato certe prestazioni? Rispetto ma non concordo. E’ solo meno abituato di me a perdere» ha provato a stemperare con un sorriso Montella. E poi un’altra battuta: «Chiederò al mio amico farmacista di fare una pasticca per le sconfitte così dormirà sereno. Scherzo…».
Ma cosa aveva detto prima del fischio d’inizio a Sky il direttore dell’area sportiva Massimiliano Mirabelli? «È Montella che deve disegnare la squadra, siamo consapevoli che il momento non è positivo, sapevamo che non era facile, ma sappiamo di avere un grande gruppo, dei giovani forti. Dobbiamo solo trovare identità di squadra – ha spiegato – A me non piace quando il Milan perde. In questo periodo abbiamo fatto vedere buone cose alcune cose, poi non ci siamo presentati a Genova, siamo usciti dal campo al 70’ con la Roma, non ci siamo presentati nel primo tempo contro l’Inter. Tutto questo il Milan non se lo può permettere, stiamo lavorando affinché questa squadra sia consapevole della propria forza. Il Milan dà più nazionali ogni volta, vuol dire che è un gruppo valido, deve diventare presto squadra».
Quindi Montella è a rischio, è evidente. Mirabelli non ha fatto nulla per smentire questa ipotesi: «Ognuno di noi ha un tempo, non solo Montella, ce l’ho io, ce l’abbiamo tutti. Questo Milan è stato costruito con tutti i rischi del caso, abbiamo voluto dare al mister un gruppo di giovani forti per costruire un buon futuro. La proprietà non è lontana affatto, ci sta molto vicina, ci sta facendo lavorare al meglio. Poi il tempo è un orologio per tutti. È il rischio del nostro lavoro ed è giusto che sia così, è capitato anche a grandi allenatori di non avere risultati in un anno».
Di
Redazione LaViola.it