Michele Uva ricoprirà un nuovo ruolo all’Uefa: “Stadi? Mi fa sorridere parlare di modernizzazione di stadi. Se ne parla da anni, va fatto”
Da gennaio il nuovo dipartimento «calcio e responsabilità sociale» della Uefa avrà un direttore italiano: Michele Uva, per quattro anni vicepresidente del governo del calcio europeo e Consigliere speciale del Comune di Firenze per il sindaco Dario Nardella per l’impiantistica sportiva e i grandi eventi. Uva parla così al Corriere Della Sera:
RAZZISMO. Sarà una priorità? “Lo è per la società civile: il calcio amplifica le patologie sociali, ma lo sport resta il terzo passaggio di una filiera che inizia con la famiglia e prosegue con la scuola. Lo sforzo, per capire che è assurdo parlare di colore della pelle, di religione o di provenienza geografica, deve essere corale: il calcio sta facendo e farà la sua parte. Ma non può sostituirsi all’educazione di base”.
CALCIO POST COVID. “Credo che gli effetti li vedremo nel prossimo biennio, ma il calcio e lo sport avranno sempre un ruolo importantissimo: non penso diminuiranno tesserati e praticanti. Né l’amore per il pallone. Anzi, sono convinto che quando la vita sociale ed economica torneranno normali, avremo un entusiasmo ancora maggiore, con più voglia di sport, praticato o fruito da spettatori”.
ITALIA E STADI. “Su alcuni temi sono stati fatti passi avanti, ad esempio quello della violenza attorno al calcio e i percorsi educativi con i giovani tramite i Centri federali territoriali. I casi di razzismo sono in un trend di decrescita da sei anni, ma la strada è lunga e mi fa sorridere che si parli ancora di impianti da modernizzare, perché è un concetto vecchio ormai di quindici anni. Lo stadio è il fulcro dell’attività sociale di una città: se è brutto, mal tenuto e poco accogliente, è più facile che sia anche ‘cattivo’. Senza investimenti nelle infrastrutture, nei giovani e nei temi sociali non c’è futuro”.
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Redazione LaViola.it