Giovedì torna la Conference con la trasferta di Plzen, ma deve rimanere prioritario anche l’obiettivo campionato adesso che il calendario si ammorbidisce
Passare dalla bella partita contro l’Atalanta al primo tempo scialbo contro la Juventus è nel dna della Fiorentina. Diciamocelo, chi si sorprende sbaglia. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. E’ il limite caratteriale di una squadra che a tratti può mettere in difficoltà chiunque, ma poco dopo può essere messa sotto da qualsiasi avversario. La Fiorentina ha l’obbligo di andare sempre al 100%, altrimenti sarà costretta a serate così. La squadra non è capace di gestire i momenti, appena abbassa ritmo e concentrazione paga dazio. Tutti aspetti risaputi. Attenuanti ce ne sono. Nessuno in Italia ha giocato più dei viola negli ultimi due anni, per essere squadra europea ci vuole esperienza e abitudine. La Fiorentina ha provato ad adattarsi, scoprendosi più a suo agio nelle serate da dentro o fuori rispetto al percorso in campionato. Con questo non diciamo che i gigliati abbiano scelto gli obiettivi stagionali. La sensazione c’era, smentita da Italiano e da Kayode nel dopo Juventus. Adesso che il calendario si ammorbidirà (Genoa, Salernitana, Sassuolo, Verona…) arriverà la riprova e, tutto sommato, la Fiorentina può ancora dirla la sua per zona Europa, ma deve fortemente volerlo, come vuole andare a disputare un’altra volta quelle due finali.
Allo Stadium la Fiorentina nel primo tempo non c’è stata. Zero ritmo, zero idee, ha alzato il baricentro dal 40′ in poi, riuscendo a lavorare anche in zona area di rigore bianconera, senza tuttavia creare i presupposti per far male a Szczesny. Meglio nella ripresa. Possesso palla fiume, occasioni vere due. Su una si è superato il portiere polacco mandando sulla traversa il tiro di Gonzalez, sull’altra ci ha pensato Nzola a salvare la porta della Juventus dopo il tiro di Beltran. Poco cinismo, scarsa fortuna. Anche se non è la prima volta che la Fiorentina torna al Viola Park con l’amaro in bocca. Prestazione in crescendo nella ripresa, ma di gol nemmeno a parlarne.
Adesso torna la Conference, terreno di caccia preferito da Biraghi e compagni. La trasferta di Plzen non è da snobbare. Squadra fisica da prendere con le molle, servirà una prestazione solida per indirizzare il discorso qualificazione e rendere un po’ più agevole il ritorno.
Di
Alessandro Latini