Editoriali
‘Mettere da parte mugugni’ uguale smettere di pensare al campionato. Ora contano solo le coppe. Piaccia o meno
La Fiorentina punta con forza alle coppe. Piaccia o meno, il campionato è ormai lontano dai pensieri della squadra viola
Lo hanno detto in tutte le salse: la Fiorentina vuole vincere un trofeo. Per riprendersi ciò che l’anno scorso sfuggì, due volte, sul più bello e per onorare la memoria di Barone. Il campionato è diventato quasi un intralcio. Piaccia o meno. Ormai, da qui alla fine, tutti gli sforzi di questa squadra saranno rivolti al cammino in Conference League e in Coppa Italia.
MENTALITA’. Ci vuole mentalità e anche coraggio per farlo. Il rischio di restare a bocca asciutta c’è, ma per poter competere ad alti livelli su tre fronti ci vogliono cose che, ad oggi, la Fiorentina non ha: in primis una rosa ampia e con alternative di grande valore, calciatori in grado di andare sempre a cento all’ora a livello fisico ma soprattutto mentale e anche un po’ di fortuna. La gara col Plzen, ad esempio, con un po’ di buona sorte in più sarebbe potuta finire 3-4 a 0 già nel primo tempo, con conseguente risparmio di un po’ di energie. Ma tant’è. La mentalità sta nel riuscire a spegnere e riaccendere la testa e le gambe a seconda dell’impegno, sapendosi anche gestire. Mourinho lo ha fatto per due anni a Roma, portando i giallorossi a vincere una Conference e a perdere una finale di Europa League, sacrificando il campionato. Lo ha fatto la stessa Atalanta, che nell’avvicinamento alla sfida col Liverpool ha risparmiato il risparmiabile nella gara d’andata con la Fiorentina di Coppa Italia, nel secondo tempo col Verona e a Cagliari. Ora lo sta facendo anche la squadra di Italiano, col coraggio di chi sa che ormai il proprio campionato è finito a gennaio. Non volendo, infatti, è lì che la Fiorentina ha perso punti su punti, trovandosi adesso a dover rincorrere quando, però, non c’è più benzina per andare a tutta su tutti i fronti.
UN SENSO. Si poteva fare di più? Forse sì, soprattutto se a gennaio la società avesse capito il reale valore di alcuni calciatori, tipo Nzola, non in grado di far neppure rifiatare Belotti, o che a Nico sarebbe servito più tempo per tornare in condizione dopo l’infortunio, se fosse stato preso un altro esterno d’attacco visto che Sottil è Sottil e Kouame è stato fuori tre mesi tra Coppa D’Africa e malaria, se questo o se quell’altro…Di certo la Fiorentina non ha le risorse per poter fare 60 partite a tutta birra, anche per errori di valutazione o per contingenze varie. Perciò, ormai, appare più che logico spingere il piede sul gas nelle coppe e lasciar perdere il cammino in campionato, che potrebbe portare la Fiorentina a chiudere settima, ottava o undicesima/dodicesima. Amen. Il “ai tifosi chiedo di mettere da parte i mugugni, per quello che magari si poteva fare e non si è fatto” di Italiano alla vigilia di Fiorentina-Plzen è più che chiaro. Da qui alla fine sarà tutto finalizzato a vincere una benedetta coppa, poi sarà il tempo di gioire o recriminare e del proverbiale ‘tirare le somme’. A Bergamo, mercoledì, conta molto di più rispetto al fare tre punti a Salerno. Vincere all’Arechi, magari, riporterebbe la Fiorentina a ridosso dell’Europa via Serie A, traguardo che poi richiederebbe altri e altri sforzi, magari disperdendo energie in vista della partita con l’Atalanta. Piaccia o meno: all-in sulle coppe.