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Il mercato estivo sotto la lente: promossi, rimandati e bocciati degli acquisti estivi
Nove giocatori, tre per ogni categoria: promossi, rimandati e bocciati del calciomercato condotto in estate da Pradè
Tempo di fine anno, tempo di bilanci. Classifiche, top 11 e pagelloni si susseguono, cercando di tirare le somme di un 2019 alquanto deludente sul piano dei risultati sportivi. Ecco che sotto la lente d’ingrandimento non può non finire il mercato estivo condotto dal ds Pradè e dai suoi collaboratori. Mercato alquanto discusso, che fin qui non sta portando i frutti desiderati.
LaViola.it dunque vi offre un resoconto degli acquisti estivi, suddividendoli in promossi, bocciati e rimandati. Attenzione: non si sono presi in considerazione né i rientri dai prestiti (quindi i vari Dragowski, Castrovilli, Sottil…) e neppure i nuovi acquisti che hanno giocato davvero troppo poco (o non hanno giocato affatto) per essere giudicati, come Terzic e Rasmussen.
PROMOSSI
MARTIN CACERES. Il difensore uruguaiano è arrivato a Firenze a parametro zero circondato da una nube di generale scetticismo, soprattutto dettato dalla tenuta fisica storicamente precaria del Pelado. Tuttavia, fino ad oggi Martin ha fatto ricredere tutti, portando esperienza, duttilità e tanta garra in campo. È diventato uno dei titolari inamovibili del reparto che fin qui ha fatto meno peggio, difficile che Iachini vi rinuncerà.
DALBERT HENRIQUE. Altro giocatore arrivato tra i mormorii della piazza, altro giocatore che può dire di aver superato l’esame. Dopo due annate difficili a Milano, infatti, Dalbert si è ritagliato il suo spazio sulla corsia sinistra della Fiorentina, tornando a far vedere quanto di buono si era visto a Nizza. Non un fenomeno, ma un giocatore prezioso per la sua presenza costante sulla fascia sinistra e il suo rifornimento di palloni in area, che fin qui ha portato a tre assist vincenti.
FRANCK RIBERY. Croce e delizia del girone di andata della Fiorentina. Arrivato con il sapore del grande acquisto sulla via del tramonto per una carta d’identità troppo sbiadita, il fuoriclasse francese ha letteralmente preso per mano la squadra, trascinandola nei momenti di esaltazione con giocate da lustrarsi gli occhi. Unico neo la squalifica per tre giornate subita per i fatti nel post Fiorentina-Lazio, decisamente da evitare per un uomo della sua esperienza. L’ex Bayern è anche croce perché, tra squalifica e infortunio, nella seconda parte del girone di andata praticamente non c’è mai stato. Il problema è che da lusso per l’allenatore Ribery si è trasformato in giocatore imprescindibile: quando è mancato la Fiorentina ha fatto enorme fatica a produrre gioco e portare a casa punti. Almeno fino a marzo i viola dovranno fare a meno di lui: urge trovare soluzioni alternative.
RIMANDATI
POL LIROLA. Rimandato tendente al bocciato. Questi i primi mesi in maglia viola di Lirola, arrivato come uno degli acquisti sicuri di incidere e risucchiato nella maledizione del terzino destro che da anni affligge gli esterni della Fiorentina. 7 assist l’anno scorso a Sassuolo, zero assoluto nei primi 4 mesi alla Fiorentina. Tante le prestazioni insufficienti, pochi gli acuti. A Lirola si dà ancora credito per quanto dimostrato in precedenza e perché ancora giovane (ha 22 anni). Ma è chiaro che dallo spagnolo ci si attende un girone di ritorno di tutt’altro livello.
ERICK PULGAR. Andamento altalenante per il centrocampista cileno arrivato con la benedizione di Pizarro. Molto bene nella prima parte di stagione, in drastico calo nel finale di 2019. Le caratteristiche sono interessanti: il piede (soprattutto da fermo) è innegabilmente intrigante, così come la grinta che mette a centrocampo nel recuperare palloni. La sua lentezza e la scarsa propensione per gli inserimenti in area suggerivano che se fosse tornato nella sua posizione naturale (in cabina di regia) si sarebbe trovato maggiormente a proprio agio. Non è andata proprio così. Anzi, se possibile nelle poche occasioni schierato da regista Pulgar ha fatto anche peggio. Urge ritrovare il giocatore di inizio stagione, anche a livello di cifre: 3 gol e 2 assist fino all’Udinese, poi più niente.
MILAN BADELJ. Come Lirola, anche Badelj si trova in questa categoria tendendo maggiormente al bocciato. Resta un vero leader per il gruppo e un giocatore del quale si nota la mancanza in campo quando non c’è (vedi il discorso su Pulgar), ma sono state troppo poche le occasioni in cui ha fatto girare la squadra alla perfezione. Di certo non può bastare una grande prestazione a Milano e alcune buone partite guarda caso nel periodo in cui la Fiorentina volava. Sa di essere in discussione. Sa che la Fiorentina sta cercando un centrocampista e che il riscatto in estate potrebbe non arrivare. Sta al croato salire di giri nel girone di ritorno, altrimenti la sua seconda avventura a Firenze sarà ricordata come il più classico dei ritorni deludenti.
BOCCIATI
KEVIN PRINCE BOATENG. Arrivato con discorsi da leader vero, il ghanese si è rivelato fin qui una delle più grandi delusioni del recente mercato. Lontano parente del centrocampista tutto corsa e qualità che imperversava ai tempi del Milan, ma distante anche dagli standard di Sassuolo, dove un anno fa si è reinventato da falso centravanti. Il piede sensibile c’è ancora, ma la condizione fisica appare carente: imballato fin dal primo giorno, da Boateng ci si aspettava una crescita che non è mai arrivata. Dopo la bella rete col Napoli si è fatto notare davvero troppo poco, se non per un’intervista di qualche giorno fa nella quale indirettamente si lamenta del poco spazio fin qui trovato.
RACHID GHEZZAL. Poco, troppo poco ciò che il franco-algerino ha fatto vedere fin qui a Firenze. Arrivato in prestito al termine del mercato, quando il grande colpo era ormai sfumato, non è mai riuscito a incidere sulle rive dell’Arno. Ci si augurava di rivedere il Ghezzal dei tempi del Lione, a Firenze è decisamente sbarcata la sua controfigura dell’ultima stagione a Leicester. Tra un mercato che potrebbe portargli ulteriore concorrenza e un Sottil che fin qui ha fatto vedere cose migliori (e ha dalla sua la carta d’identità), appare difficile immaginare che l’avventura in viola di Ghezzal possa decollare. Iachini permettendo.
PEDRO. L’acquisto più caro del primo mercato di Commisso, con i suoi 13 milioni più bonus, finisce tra i bocciati. Inevitabile, visto quanto fatto vedere fin qui. Oggetto misterioso nella prima parte di stagione, pian piano Montella ha cominciato a concedergli un po’ di spazio, senza però puntarci mai fin troppo (solo 4 presenze in Serie A, per un totale di 60 minuti complessivi). Colpa dell’ex tecnico gigliato? Mica tanto, se anche oggi la società sta pensando seriamente di sbolognarlo in prestito e prendere una nuova punta. Vista la considerazione di cui gode in patria, la speranza è che il brasiliano riesca a trovare ritmo altrove e riscattarsi. La paura, invece, è che Pedro possa rientrare tra i più grandi flop della storia della Fiorentina.
