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Mercato, da speranza a illusione: Italiano aspetta ancora un segnale dalla società
Si sperava potesse essere l’arma in più della Fiorentina. E invece ad oggi è una fastidiosa vocina tra una polemica e l’altra
Il mercato: la sirena che ogni sessione ammalia i tifosi viola, salvo poi puntualmente non rivelarsi mai salvifico, anzi. Anche quest’anno grandi erano le aspettative del popolo viola specie in vista di quella Supercoppa che rappresentava la via più breve, e forse anche più facile, per conquistare un trofeo. E invece, anche stavolta, nulla.
Ma anche in passato quando ci si è aspettati qualcosa dal mercato si è spesso rimasti delusi. Specie nelle finestre di gennaio
Un anno fa arrivarono Sirigu e Brekalo (uno è andato via, l’altro sta per farlo). L’anno prima Ikoné, Piatek e Cabral (due se ne sono già andati e uno sta per farlo), con la partenza a peso d’oro di Vlahovic. Proseguendo ancora a ritroso nel gennaio del 2021 arrivarono a Firenze: Rosati, Malcuit, Maleh, Kokorin (nessuno fa più parte della Fiorentina).
Il primo mercato invernale della gestione Commisso vide acquistare: Cutrone, Olivera, Igor, Duncan, Amrabat, Agudelo, Saponara, Kouame. E di questi Duncan e Kouame sono ancora qua. In tutte queste sessioni c’è una costante: è sempre arrivato almeno un attaccante (centrale o esterno). L’altra costante è che poi quell’attaccante ha sempre deluso, ma questa è un’altra storia, almeno per il momento.
Insomma forse non vale più neanche la pena aspettarsi grandi acquisti nel mercato di gennaio
Di tuti questi giocatori nessuno ha lasciato il segno, neanche quelli che sono ancora qui e che comunque sono stati pagati cifre piuttosto alte.
Eppure la speranza c’è sempre. La speranza che la proprietà possa ricordarsi che il motto “non ci mettiamo neanche un euro” era solo legato alle infrastrutture senza un totale controllo e non anche al mercato.
Visto che comunque Italiano e la squadra sono andati oltre i propri limiti per potersi regalare un obiettivo prestigioso come la Champions League. Ma senza innesti di qualità diventa impresa titanica mantenere il rendimento del girone d’andata.
La squadra, il mister, i tifosi si aspettano un messaggio dalla società. Messaggio che però stenta ad arrivare. Così come del resto non arriva nelle altre vicende in cui è impegnata la società. Il modo di operare sembra sempre il solito tra calcio ed extra: prendere tempo, non dare chiari messaggi e aspettare. Aspettare cosa? Probabilmente l’occasione giusta.