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Mercafir, la mossa di Commisso: dividere le spese con il Comune. Il rebus degli scavi

Commisso

Rocco non vuole partecipare al bando: tempi e costi incerti. “Spero di non stancarmi”, ha detto il presidente ai suoi collaboratori.

Non parteciperà al bando per la Mercafir, considerato pieno di punti oscuri, ma la considera l’unica area possibile per costruire lo stadio della Fiorentina. A patto che il Comune si impegni a sostenere il 40-50 per cento delle spese previste dal bando e a garantire tempi certi. E’ la posizione che Rocco Commisso avrebbe deciso di tenere per aprire o chiudere, in modo definitivo, il discorso stadio. Dalla lettura dettagliata del bando da parte degli americani sono emerse incognite, spese aggiuntive e problemi di cui lo staff del sindaco Dario Nardella, nei molti incontri tenuti con quello di Commisso, non aveva mai fatto cenno, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

SCAVI. I costi fissati dal bando non sono i 22 milioni iniziali, ma si aggirano sui 57, con la possibilità di arrivare a 70 milioni e, nell’ipotesi peggiore, superare i cento. Ai 57 messi nero su bianco, tra acquisizione dell’area, imposte di registro, oneri urbanistici e altre voci tecniche, vanno aggiunte le spese per le bonifiche ambientali, le demolizioni, e soprattutto gli scavi, il punto più delicato di tutto il progettoCommisso vuole costruire uno stadio da 45 mila spettatori, ma per farlo serve un impianto che si elevi da terra per 42 metri. Il bando fissa il limite a 36, per questo diventa necessario scavare. E l’intervento moltiplicherà i costi. Con quali rischi? Cosa c’è sotto la superficie? Nel bando sono indicati rischi idrogeologici, bellici e archeologici, che rimandano a una «sovrastima del prezzo dell’area», a carico dell’acquirente, senza fissarne i termini. E i tempi sono incerti: nel caso si trovi un sito archeologico o altro, tutti i lavori si fermerebbero per anni.

DELUSIONE. Ecco perché l’indicazione arrivata ieri dagli Stati Uniti è quella di non partecipare, al momento, al bando. Ma Commisso chiede al Comune di partecipare alle spese e di garantire i tempi. Senza segnali positivi, l’ipotesi stadio potrebbe naufragare. L’entourage dell’italoamericano non ha nascosto una certa preoccupazione, anche perché Rocco avrebbe manifestato, per la prima volta, delusione. «Spero di non stancarmi», sarebbe la frase pronunciata alla presenza dei suoi collaboratori. L’imprenditore si è reso conto che Firenze non era preparata ad accogliere un nuovo stadio: anche le altre aree offerte dai vari sindaci hanno vincoli.

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