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‘Mayday’ attacco: nessuno riesce a sfatare la ‘maledizione’. A gennaio si porrà rimedio?

In estate si è data fiducia alle tre giovani punte e ai ‘veterani’ Ribery e Callejon, ma la Fiorentina ha il 4° peggior attacco e non segna da 426′ in A

Quattrocentoventisei minuti, compresi i recuperi, senza segnare in Serie A. Quattro partite e mezzo, da quel gol di Castrovilli al 51′ di Fiorentina-Udinese. Considerando le due gare di Coppa Italia, una sola rete segnata (quella di Montiel ai supplementari a Udine) negli ultimi 610 minuti. Numeri che fotografano piuttosto bene la lunga ‘maledizione’ che sta coinvolgendo l’attacco della Fiorentina. Non solo le punte in quanto tali, ma tutto l’impianto offensivo. Si alternano i giocatori, cambiano moduli e allenatori. Ma là davanti non si riesce a trovare la via del gol.

VUOTO. Dal 3-5-2 di Iachini ai moduli ‘variabili’ di Prandelli, che ha alternato 4-3-3,4-4-2e 4-3-1-2, senza però ricevere troppi segnali positivi dai suoi attaccanti. A San Siro Vlahovic, che pure è stato parecchio criticato per le ultime prove disastrose, ha offerto una prestazione un po’ più convincente, ma l’unico suo grande guizzo, quel mancino potente su verticalizzazione di Ribery, è stato deviato da Donnarumma sul palo. E lo stesso Franck, che nelle ultime uscite è parso spesso l’ombra del giocatore coinvolgente di qualche mese fa, si è fatto ipnotizzare dal portiere rossonero. Due barlumi in un’altra gara di vuoto offensivo.

POCHI TIRI. In Serie A, solo tre squadre hanno segnato meno dei viola: Crotone 6 reti, Genoa 7 e Parma 8, contro le 10 della Fiorentina. Ma Grifone e ducali devono ancora giocare la loro partita stasera. Anche a San Siro solo 5 tiri totali della Fiorentina, appena 3 nello specchio. Miseria che si era ripetuta anche contro Benevento (sempre 5 tiri, di cui 3 in porta), Parma (6 tiri, di cui 4 in porta) e Roma (6 conclusioni, solo 1 nello specchio). Senza dei veri ‘cecchini’ davanti, insomma, è parecchio complicato fare gol così.

PUNTE IN LETARGO. In più c’è un altro dato da considerare: la mancanza dei gol degli attaccanti. Perché delle 10 reti segnate, appena 2 sono arrivate dalle punte. Ovvero quelle di Kouame e Vlahovic nelle prime giornate. Poi, il vuoto. Se allarghiamo il discorso dalla ripresa di giugno in poi, appena 7 gol (considerati anche i centri di Cutrone e Kouame nel finale della scorsa stagione) nelle ultime 23 partite sono arrivati dagli attaccanti. Il Crotone, la squadra che ha segnato meno in questo campionato, ha fatto 4 gol con i suoi attaccanti, il Parma 3, il Genoa 6.

SCELTE SBAGLIATE. Difficoltà insomma oggettive, che hanno portato la Fiorentina – insieme a grandi amnesie singole e di squadra in difesa – ad una posizione parecchio preoccupante in classifica. “Abbiamo degli attaccanti forti”, ha sempre ripetuto Pradè, così come ha condiviso la convinzione anche Commisso e la società. Tanto che in estate sono state rifiutate offerte anche importanti per le punte, rinunciando all’assalto ad un centravanti di esperienza e peso. Ma evidentemente, la scelta di partire ancora senza certezze davanti (così come un anno fa) non ha pagato. Anzi. Anche se, al di là del nome di una prima punta più importante, è tutto l’assetto avanzato che sta faticando. Con un Ribery (che non segna da 5 mesi ed è a secco da 16 partite giocate) ben al di sotto dei suoi migliori livelli, con un Callejon in ritardo di condizione, con Vlahovic che non riesce ad uscire dal suo tunnel, con Kouame che non riesce ad esprimersi e un Cutrone che alterna buoni guizzi (come l’assist in Coppa) a serate impalpabili.

SI INTERVERRA’ A GENNAIO? Mancano sei partite prima del mercato di gennaio (aprirà ufficialmente il 4/01), ma è chiaro che il lavoro per migliorare questa squadra debba iniziare ora. Anzi, dovrebbe essere già iniziato. Si cercherà di colmare la lacuna davanti, prendendo un attaccante importante? Chiaro, con una Fiorentina in lotta per non retrocedere ancor più difficile andare in pressing su un Milik, mentre per Piatek ci dovrà essere la convinzione (non avuta in estate) che possa essere il giocatore in grado di cambiare le sorti dell’attacco. Ma, magari, ci potrebbero essere anche altri nomi in grado di far meglio rispetto al lungo digiuno attuale. I tanti giovani, ma anche gli ‘anziani’ su cui si faceva affidamento, fin qui non hanno dato troppe risposte positive.

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