Ci sono partite in cui hai tutto da perdere. Tre punti sulla carta scritti, che tutti si aspettano, che devi conquistare per recuperare posizioni in classifica. Ma sono anche le cosiddette gare-trappola. Dove l’inghippo è dietro l’angolo. Dove l’avversario in quanto a motivazioni ci può mettere qualcosa in più. La Fiorentina che va domenica a Benevento rientra in questo contesto. Le ‘streghe’ sono ultime in Serie A, 8 sconfitte su 8, zero punti. Peggior attacco (2 gol fatti) e peggior difesa (19 presi). Nessuno nei campionati europei è a quota 0 come il Benevento, che è ad un passo dal record negativo nella storia della Serie A (9 ko nelle prime 9 gare).
Lo spogliatoio che ci crede il giusto, un tecnico in bilico, pochi giocatori abituati alla categoria. Di contro la Fiorentina che vuole riportarsi un po’ più in su in classifica, proseguire il percorso di crescita, cancellare i fantasmi della mediocrità nel suo 11° posto. Ma Pioli sa che queste sono proprio gare-trappola, specie contro ‘matricole’ arrivate all’ultima spiaggia o quasi. Finora la Fiorentina ha vinto contro le avversarie sulla carta più deboli, facendo il proprio dovere contro il Verona, contro l’Udinese e contro il Bologna (che pure, dopo il ko di Firenze, ha infilato 3 vittorie e 1 pari portandosi a +4 dai viola). Unico vero passo falso contro il Chievo (dove la Fiorentina era anche partita bene con il giusto approccio), squadra comunque in forma ed oggi in corsa addirittura per un posto europeo.
La Fiorentina affronterà domenica il Benevento, poi nel giro di un mese farà visita anche a Crotone e Spal: tre gare con insidie simili, ma assolutamente da vincere. Anche perché nel mezzo ci sono le sfide contro Torino, Roma e Lazio, di ben altra difficoltà. L’obiettivo è anche quello di invertire il trend-Sousa. Ovvero il rendimento dell’ultimo anno e mezzo contro le piccole. Atteggiamenti sbagliati e mentalità inadeguata, la rivoluzione viola del resto ha riguardato proprio le motivazioni. L’anno scorso, numeri alla mano, la Fiorentina ha perso la bellezza di 15 punti nelle doppie sfide contro le ultime 5 della classifica. Bastava prendere con più serietà e grinta una di queste partite, per andare in Europa insomma. Un pareggio e una sconfitta con il Genoa, una vittoria di misura e un pari con il Crotone, così come contro il Pescara, mentre con il Palermo al Barbera è arrivato addirittura un (inspiegabile) ko. Così come fu sconfitta nel derby del Franchi contro l’Empoli al ritorno.
Partite e punti persi che alla fine hanno segnato profondamente il destino dei viola. Avvenne qualcosa di simile anche nel primo anno di Sousa, quando nel ritorno la Fiorentina pareggiò contro Palermo, Samp, Frosinone e Verona, perse contro l’Udinese (tutte arrivate tra le ultime sei in classifica) e addirittura fu eliminata dalla coppa Italia da un Carpi che a dicembre aveva vinto appena 2 partite su 16 nel massimo campionato.
Con Montella, infine, si ricorderà il clamoroso 0-2 del Franchi contro il Pescara nel 2012/2013, ma anche il 3-4 contro il primo Sassuolo di Di Francesco. Nell’ultimo anno dell’Aeroplanino, invece, pesanti furono le sconfitte in serie contro Verona e Cagliari, che di fatto impedirono alla Fiorentina di andare in Champions.
Di
Marco Pecorini