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Martinez Quarta: senso di appartenenza e visione offensiva, è la nota più lieta

Quarta

L’argentino è già da considerare un potenziale titolare viola anche se si alterna ancora tra campo e panchina

In questo 2021 che la Fiorentina continua come l’anno precedente a vivere sulle montagne russe dei risultati (2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte), c’è comunque una nota di soddisfazione. Lucas Martinez Quarta. Forse la nota più lieta fin qui per tanti motivi, dal ritorno dell’investimento economico alla scelta di puntare su di lui per costruire la difesa del futuro. Lo scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

RIVELAZIONE. E del presente ormai, perché per il difensore argentino l’indice è costantemente di segno positivo. A dimostrazione del graduale miglioramento tecnico-tattico che va di pari passo con l’apprendimento di un calcio diverso a quello a cui era abituato. È uno che impara in fretta, Martinez Quarta, e lo sta dimostrando. Piace per la personalità. Ma piace anche per la qualità delle prestazioni in cui riesce ad abbinare ciò che viene richiesto in primis ad un difensore: marcare l’avversario e possibilmente neutralizzarlo, presidiare la propria area, dare solidità all’intero reparto arretrato.

Ad una insospettata partecipazione alla fase di costruzione del gioco con idee e spunti. Che viene dopo ma male non fa. Tutto insieme concorre all’idea di partenza, ovvero che l’ex River Plate ha le caratteristiche giuste per rappresentare un punto fermo della Fiorentina di oggi e soprattutto di domani, ché messo a posto questo torneo rappresenta la priorità per i dirigenti del club.

AFFERMAZIONE

Dalla Lazio all’Inter, Quarta ha totalizzato sei presenze in Serie A più quella da 120 minuti negli ottavi di Coppa Italia sempre contro i nerazzurri. Prandelli ci ha messo un po’ prima di puntare sul 2. Voleva che imparasse e la situazione di classifica della Fiorentina non consentiva “azzardi”. Così dopo l’ora scarsa con l’Udinese e la partita “quasi” intera all’Olimpico contro la Roma nella gestione-Iachini, Quarta se n’è stato a guardare i compagni dalla panchina per ben otto gare nel nuovo-vecchio corso prandelliano. Fino appunto alla Lazio quando si è guadagnato una maglia da titolare e lì è iniziata veramente la sua stagione in viola.

Il dentro-fuori è stato interrotto a Torino. Contro i granata con un’altra chiamata dall’inizio, poi ribadita due giorni fa. E tra le non molte cose buone lasciate in eredità dalla sconfitta c’è stata la prova di Martinez Quarta nel complesso. Compreso quel senso di appartenenza. Che pare aver capito meglio di chi è a Firenze da più tempo di lui. Si diceva, inoltre: deve disciplinare l’agonismo e la foga. Che proprio contro la Roma gli sono costati subito un cartellino rosso per un’entrata fuori tempo e logica. Ci sta lavorando (bene) sopra. L’ammonizione contro l’Inter, sempre per l’agonismo nel suo dna, è stata la prima da allora. Anche questa è una riprova.

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