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Marchionni: “Firenze nel cuore, peccato non aver vinto qualcosa. Col Liverpool…”

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L’ex esterno della Fiorentina ripercorre i suoi anni in viola tornando alla notte magica con i Reds e alle sfide con il Bayern

Marco Marchionni, ex esterno della Fiorentina, ha parlato in diretta su Instagram sul canale della società viola. Partendo dai ricordi del suo arrivo a Firenze: “Prandelli mi voleva e con lui avevo un ottimo rapporto, poi c’erano giocatori con cui avevo già giocato, da Frey a Mutu. La ‘degobbizzazione’ è stata tranquilla, hanno visto tutti il ragazzo che era arrivato e c’è stata un’accoglienza bella. Volevo dimostrato quello che ero in campo, non per il passaggio dalla Juve alla Fiorentina. Arrivai a Firenze a fine luglio, chiamai subito Prandelli quando capii che alla Juve non avevo posto. Avevamo un preliminare di Champions, obiettivo importante fin da subito. Ero in una squadra che sembrava conoscessi già, tanta gente veniva agli allenamenti in ritiro, tra Cortina e San Piero a Sieve. Era molto bello, a Firenze la gente vive di Fiorentina”.

PRELIMINARE CON LO SPORTING LISBONA. “Il preliminare fu una delle più belle serate. Al ritorno vincevano loro 1-0, fummo poi bravi a ribaltare il risultato. All’andata avevamo fatto una buona partita, pareggiammo 1-1 ma dimostrammo che potevamo giocarcela. Una squadra che va in Portogallo a giocarsela, fare una grande partita, c’erano tutti i presupposti per passare. Al ritorno il primo tempo non giocammo bene, ma poi la ribaltammo e andammo ai gironi”.

LIVERPOOL. “La partita di Liverpool per Firenze è stata storica, ma noi credevamo di poter fare qualcosa di importante. Già dalla prima partita di Lione. Poi avevamo un allenatore che ci ha insegnato davvero a giocare a calcio, giocavamo in maniera corale, e anche chi giocava meno non si lamentava perché capiva che poteva essere un’annata importante. Io venivo dalla Juve, avevo preso una mentalità vincente, per me vincere con il Liverpool non doveva essere eccezionale, ma normalità. Questo dissi dopo la vittoria all’andata. E anche le altre vittorie del girone le vincemmo meritatamente. Anche in campionato fino a marzo siamo stati lì. Poi eravamo pochi, giocavamo sempre gli stessi e un motivo c’è stato per quel tracollo. Ma in Champions c’era quell’atmosfera magica che ci trasportava”.

BAYERN.Mi piace ricordare poi la doppia sfida con il Bayern Monaco, arrivato in finale quell’anno. Dopo il sorteggio Robben disse che avrebbero vinto 7-0, ma sia all’andata che al ritorno dimostrammo che ce la potevamo giocare per andare avanti. Con noi meritava di uscire, il Bayern. Tutti si attaccano all’errore dell’arbitro, noi abbiamo poi avuto l’occasione di passare al ritorno ma non ci siamo riusciti”.

COMMISSO.Già con Della Valle la Fiorentina ha dimostrato che all’Europa ci tiene. Anche con Montella è stato un gran ciclo, dopo di noi. Ora è arrivato un nuovo presidente, gli serve tempo ma ha fatto subito investimenti importanti. Vuole alzare l’asticella, normale che quest’anno tanti si aspettavano una Fiorentina diversa. Montella con gli infortuni è stato un po’ penalizzato, Iachini è partito bene, ora vediamo come si riprenderà dopo tre mesi. Di sicuro come tutti ora si potrà ripartire da zero, fare un finale di stagione importante”.

FIRENZE. La Fiorentina mi è rimasta nel cuore, sento sempre i magazzinieri. Sono legato alla piazza e la gente mi ha sempre sostenuto. Firenze ha una passione esagerata, anche se durante la settimana ti lascia vivere. Durante la partita però la passione veniva raddoppiata. Ora spero che si riesca ad alzare l’asticella, Firenze se lo merita”.

GRUPPO.A Firenze trovai tanti compagni con cui ho legato molto. Anche in campo sulla mia corsia c’erano Comotto o De Silvestri, ci intendevamo bene. C’è il rimpianto grande di non aver vinto con quella squadra. Mutu, Gilardino, Dainelli, Cristiano Zanetti, Montolivo, gente che ha giocato per tanti anni ad alti livelli. Il rammarico è questo, di aver creato un gruppo di amici e una squadra composta da ottimi giocatori e campioni, e non essere riusciti a coronare qualcosa di importante. Specie in Europa, si poteva fare molto di più. È stato un peccato, avremmo esaudito il desiderio di Firenze di vincere qualcosa”.

IL RICORDO PIU’ BELLO. “L’immagine più bella? Dopo la vittoria con il Liverpool in casa. C’era la sensazione di aver fatto qualcosa di incredibile, esultammo insieme alla gente, le persone piangevano. Una notte magica. Quella con il Bayern sarebbe diventata magica se avessimo passato il turno. Poteva cancellare la notte con il Liverpool. Ma in quel Liverpool c’erano giocatori forti, Gerrard, Torres, mi pare Reina. Li abbiamo fatti diventare normali quella sera”.

DA ALLENATORE. “Il sogno è diventare allenatore e togliermi le soddifazioni che mi sono tolto da giocatore. Piano piano si cresce, si deve capire, dal basso. È un percorso che mi piace”.

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