Il senatore di Fratelli d’Italia ha parlato anche della sua posizione per quanto riguarda il restyling del Franchi
A sei mesi dalle politiche che hanno aperto le porte romane al fiorentinissimo Paolo Marcheschi, il senatore di Fratelli d’Italia traccia un bilancio della prima fase di quella che, con un guizzo di ironia di casa nostra, definì a settembre la sua Serie A «arrivata a fine carriera, un po’ come successe a Riganò». Riporta La Nazione.
Un bilancio che parla tanto di Firenze. Con battaglie condivise e vinte anche con l’interlocutore di sponda opposta, il sindaco Dario Nardella. In nome di «un interesse collettive che deve superare le ideologie». Senatore, a Roma con la sua città sempre nel cuore. «Certo. Di recente ad esempio ho lavorato con il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano per la risoluzione della vicenda del Maggio».
Anche sull’ok al restyling del Franchi c’è il suo zampino… «C’erano pressioni di certi ambienti per fermare il progetto. Noi abbiamo però fatto in modo di assecondare Nardella nella sua visione di città».
Di
Redazione LaViola.it