Mannaia Covid sul calciomercato. Un anno fa in A si spandeva. Oggi si dilaziona. Juventus e Inter su tutti. Come dimostra la formula del pagamento per Chiesa
MANNAIA. Il Covid, scrive la Gazzetta Dello Sport, si è abbattuto anche sul calcio. A parte alcune eccezioni (Chelsea in primis, peraltro reduce dal blocco per due sessioni), grandi esborsi di denaro non ci sono stati sul calciomercato europeo. Lo testimoniano i volumi complessivi: la Serie A ha registrato 630 milioni di acquisti (-540 rispetto al 2019), la Premier 1270 (-280), la Liga 400 (-970), la Ligue 400 (-270), la Bundesliga 300 (-450).
DEBITI. Il nostro campionato è un osservato speciale perché già prima della pandemia i suoi fondamentali non lasciavano per nulla tranquilli: nel 2018-19 i debiti netti erano saliti a 2,5 miliardi (1,7 nel 2014-15) e gli stipendi a 1,8 miliardi (1,3 nel 2014-15), a una velocità superiore rispetto ai ricavi caratteristici. Il Covid ha aggravato il quadro, soprattutto per quelle società già in sofferenza e che basavano la continuità aziendale sugli incassi dal trading.
JUVE E CHIESA. Nel 2019 la Juventus poteva permettersi il lusso di bruciare la concorrenza mettendo sul piatto 75 milioni cash per De Ligt, mentre l’Inter aveva ingaggiato un top player in campo (Lukaku) e uno in panchina (Conte). Ieri i bianconeri hanno finalizzato l’operazione Chiesa che, per com’è stata costruita in termini di bilancio, è il manifesto di questi tempi grami: prestito biennale e riscatto condizionato, con una diluizione del pagamento dei 50 milioni (più 10 di bonus) in ben 5 anni, visto che dopo i 3 milioni del primo anno e i 7 del secondo, i restanti 40 verrebbero liquidati in tre esercizi.
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Redazione LaViola.it